CRONACA

Tentato omicidio, nessuna perquisizione a casa del giovane Mirko Paviglianiti, falsa la notizia della marijuana trovata in casa

In merito all’ articolo pubblicato da questa testata riportato dalla fonte della redazione di Teleoccidente smentiamo che il giovane Mirko Paviglianiti abbia avuto una perquisizione presso la sua abitazione e come ci fa sapere la famiglia del giovane nessun tipo di sostanza stupefacente è stata trovata in possesso dello stesso, abbiamo verificato la notizia e a quanto pare la marijuana è stata trovata a casa di un altro appartenente della banda ma anche queste non sono ancora notizie ufficiali.
La redazione di Partinicolive.it si scusa con la famiglia Paviglianiti

Il fermo non è ancora stato convalidato, ma le 5 persone indagate per la spedizione punitiva eseguita mercoledì scorso nel deposito di mezzi di contrada Cortiglia a Montelepre, dopo un incidente stradale, attualmente sono rinchiuse nel carcere Ucciardone di Palermo. Si tratta del pregiudicato di origine monteleprina Simone Purpura, 53 anni, i suoi figli Federico Daniel e Vincenzo, rispettivamente di 21 e 27 anni, di Raffaele Guida e Mirko Paviglianiti, entrambi ventitreenni di Partinico. Su di loro, a vario titolo, penderebbero le accuse di rissa aggravata dai futili motivi e tentato omicidio Intanto sono stazionarie le condizioni dei due fratelli di Borgetto Giuseppe e Massimo Buscemi, entrambi rimasti gravemente feriti nel corso della colluttazione. Ad avere la peggio era stato Giuseppe Buscemi, 37 anni, colpito con una coltellata al torace che gli ha provocato una lesione ad un polmone. L’uomo è già stato sottoposto ad un intervento chirurgico. I medici gli hanno posizionato un drenaggio pleurico per favorire all’organo vitale la capacità di espandersi correttamente e ripristinare il normale funzionamento. La prognosi, attualmente riservata, potrebbe già essere sciolta questa sera. I sanitari, infatti, prima di pronunciarsi al riguardo attendono che trascorrano almeno 48 ore. Non sarebbe in pericolo di vita, invece, Massimo Buscemi, 34 anni, giunto al pronto soccorso dell’ospedale civico di Partinico con una ferita provocata da un fendente che gli avrebbe potuto compromettere un rene e persino la vita se il taglio fosse stato un centimetro più profondo di quello subito. Nel suo caso, le condizioni di salute, sembrano migliorare sensibilmente. E’ stato proprio Massimo Buscemi, che, nel primo pomeriggio di mercoledì scorso, mentre si trovava alla guida della propria utilitaria, una fiat punto con cui, dopo la pausa pranzo, stava tornando sul posto di lavoro in contrada Cortiglia, durante una ma manovra effettuata lungo circonvallazione di Montelepre, avrebbe urtato di striscio la Lancia Lybra condotta da Simone Purpura. La lieve collisione tra le due autovetture avrebbe provocato l’immediata reazione verbale dei due che, hanno cominciato a discutere animatamente per rivendicare la ragione sull’accaduto. Entrambi, infatti, nel contendersi il diritto di precedenza, avrebbero fatto volare parole grosse, offendendosi a vicenda. Un affronto, evidentemente per Simone Purpura che gli avrebbe promesso che si sarebbe fatto vivo più tardi. Qualche ora dopo, infatti, Simone Purpura, in compagnia dei propri figli e di due amici loro, si sarebbe recato a casa di Massimo Buscemi, però senza trovarlo. Particolare, questo, confermato dalla registrazione di un impianto di videosorveglianza presente in prossimità dell’abitazione di Buscemi. Scontento e probabilmente assetato di vendetta, Purpura, avrebbe deciso di dirigersi nel deposito di automezzi di Contrada Cortiglia in cui lavora Buscemi, dove, insieme ai figli Federico Daniel e Vincenzo e gli amici loro Raffaele Guida e Mirko Paviglianiti, dalle parole, sarebbero immediatamente passati alla violenza. I cinque, armati di coltelli e bastoni, intorno alle 20, non appena arrivati sul posto hanno cominciato a sferrare colpi contro le persone presenti, per poi darsi alla fuga. Cinque le persone finite in ospedale, il titolare della ditta Pietro Temperino, 40 anni, la moglie, sua coetanea, Giuseppina Cardillo, e tre operai, i fratelli Giuseppe e Massimo Buscemi e Giosuè Bonì di 35 anni. Di questi, soltanto i due fratelli si trovano ancora ricoverati in ospedale. L’altro operaio, il titolare della ditta e la moglie hanno solo riportato ferite superficiali guaribili in pochi giorni. Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Partinico che sono giunti ai fermi delle persone coinvolte, grazie ad una serie di verifiche eseguite sul campo, le dichiarazioni delle vittime del raid punitivo e le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza presente nei pressi dell’abitazione di Massimo Buscemi. Per tutta la notte hanno lavorato per individuare i presunti responsabili, per i quali, adesso, si attende l’esito della convalida dell’arresto.