CRONACA

Partinico, solidarietà a Pino Maniaci dalla CGIL e rete studenti e EDU

La Cgil di Palermo esprime vicinanza e solidarietà al direttore di Tele Jato Pino maniaci, per le ripetute minacce di cui è stato bersaglio.“Condanniamo fermamente il ripetersi dei tanti gesti intimidatori e vili nei confronti del direttore di Tele Jato e siamo vicini a Pino Maniaci e alla sua redazione – dichiara il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo – La Cgil è al fianco di Manici e lo incoraggia a proseguire l’impegno forte sempre manifestato con le battaglie di denuncia e con il lavoro importante svolto di indagine giornalistica, per un’informazione che non si fa intimidire ma che intende far emergere i principi della verità, della libertà, della democrazia e della giustizia”. Anche la Camera del Lavoro di Partinico condanna l’atto di cui ì stato oggetto Maniaci ed esprime “fraterna solidarietà”. “La Cgil di Partinico – dichiara Pino Gagliano, responsabile della Camera del Lavoro di Partinico – si ritiene vicina a TeleJato e ha la certezza che simili atti di vigliaccheria non fanno minimamente cambiare la linea editoriale di Tele Jato, quotidianamente portatrice di una informazione libera e trasparente che va salvaguardata nella nostra democrazia”.

Il 3 dicembre è avvenuto un fatto increscioso a Palermo: c’è stato l’ennesimo atto intimidatorio nei confronti di Pino Maniaci, il direttore di TeleJato che da anni è schierato contro la mafia e fa informazione in Sicilia.
Dopo che la sua auto è stata data alle fiamme, ignoti hanno impiccato i suoi due cani.

“Da anni Maniaci porta avanti la lotta alla criminalità organizzata, con le gambe e con il cuore- Dice Andrea Manerchia, coordinatore siciliano della Rete degli Studenti Medi- La risposta non si è fatta aspettare: le minacce ricevute da Pino stesso dimostrano quanto il fenomeno mafioso sia radicato nella nostra isola, malgrado in questo periodo storico il mostro mafioso non faccia ben attenzione a non uscire allo scoperto. Solidarietà a chi combatte controvento per un mondo più umano, civile, fondato sul rispetto della nostra costituzione, per chi combatte ogni forma di prepotenza utilizzando l’unica arma che conosciamo davvero: la cultura.”

Dichiara Irone, portavoce Rete degli Studenti Medi: “L’attento a Maniaci, la connivenza delle persone che ne conseguirà, il fatto che se ne è parlato così poco e che oramai questi fatti sembrano quotidianità mettono in luce come la mafia sia in primis un problema culturale del nostro paese. Da anni diciamo che nelle scuole, nelle università di tutta la penisola si deve parlare di cultura della legalità, si deve insegnare il valore civile della lotta alla mafia. IN questa occasione, oltre a dimostrare pubblicamente tutta la nostra solidarietà, vogliamo lanciare una fotopetizione a sostegno di Pino Maniaci a partire proprio dalle scuole e dalle università. Per lanciare un messaggio forte, invitiamo tutti gli studenti di tutta Italia a scrivere sulle lavagne: “La mafia è una montagna di merda, siamo tutti Pino Maniaci”, parole forti che sono necessarie a lanciare un messaggio altrettanto forte.”

Solidarietà da Danilo Daquino

Ero con i miei amici, cercavo di distrarmi un po’ scacciando via alcune sciocche maldicenze nei miei confronti che mi stavano distruggendo. Decisi di accedere qualche minuto su Facebook, per scorrere la Home e vedere quali novità mi attendessero. Non l’avessi mai fatto. “Ennesimo atto intimidatorio a Pino Maniaci, questa volta a farne le spese sono stati i due cani storici di Telejato, Billy e Cherie”. Ho letto e riletto il titolo, solo quello, almeno dieci volte consecutive. Poi ho continuato: “I poveri animali sono stati brutalmente uccisi, presumibilmente malmenati o avvelenati e successivamente appesi alla recinzione del loro ricovero in contrada Timpanella”. D’un tratto mi venne un nodo alla gola… dei brividi lungo tutto il corpo mi fecero tremare e gli occhi cominciarono a lacrimare, non trovando più un punto fisso. Non riuscivo a credere a quella notizia, eppure proveniva direttamente dal sito di Telejato. Ritornai a prendere il controllo di me stesso e decisi di fare un giro di telefonate, ancora con la voce tremolante e il tremolio nelle mani. Tutti mi confermarono quanto fosse accaduto. Nel frattempo non facevo altro che pensare ai due cuccioli, le nostre mascotte, Billy era la nostra guardia del corpo personale, meglio di qualunque migliore poliziotto (non me ne voglia nessuno), ci scortava sempre per qualche metro di strada e si assicurava che attorno all’area della redazione fosse tutto a posto. Cherie, la definivamo “La bambinona di Telejato e Telejunior”. Amava farsi fare le coccole, il suo fiuto non la tradiva mai mentre perquisiva il territorio. Pensavo ai bellissimi pomeriggi passati assieme ai nostri due “innamorati”, Billy una volta ci distrusse una palla da calcio, involontariamente, aveva un animo sensibile, mi ricordo che in quell’istante ci guardò come per scusarsi. Di Cherie mi ricordo in modo particolare il giorno in cui diventò mamma, regalandoci Cucciolo, uno stupendo Pastore Maremmano che a Giugno ha compiuto un anno di vita. Ho impresso nella mente, pure il giorno in cui costruimmo la loro casetta, per ripararsi dalle intemperie. Trasportammo tutto il materiale da costruzione all’interno della recinzione e Vincenzo pensò a tutto il resto. Fu un modo, il nostro, di ricambiare l’affetto dei due canuzzi, regalando loro una nuova cuccia. Amavamo Billy e Cherie. Li amavamo tutti… noi, i ragazzi di Telejunior, Pino e tutta la sua famiglia. La mafia teme il nostro direttore, ha paura di lui perché ha il coraggio di descrivere la realtà così come si manifesta, senza scendere a compromessi. Pino è temuto dai mafiosi, perché li sputtana nel suo TG, perché lui non ha peli sulla lingua e insegna a noi giovani il giornalismo di frontiera, quello dalla schiena dritta che pratica da sempre, che non teme nessuno, ed è alla ricerca costante della verità. Noi non ci fermiamo e non ci arrenderemo mai, ci dispiace solo che nel mezzo ci siano andate due creaturine innocenti che come unica colpa avevano quella di amarci e la straordinaria capacità di riuscire a farsi amare da noi. Questo vile attentato non ci dissuaderà dalle nostre battaglie, assieme a Pino continueremo a fare giornalismo d’inchiesta e continueremo a sputarvi in faccia, a voi mafiosi del cazzo, tutto il nostro disprezzo. 
Mi fate schifo, siete dei perdenti. Prima di fermare del tutto Pino Maniaci, dovrete passare su di noi, ma vi avviso: siamo in tanti, in troppi e abbiamo delle armi potentissime, le penne! La Cultura devasterà le vostre menti e condannerà per sempre i vostri gesti. 
Codardi. Pezzi di Merda.