CURIOSITA'

ATTACCO SMODATO A FEDERICO ORLANDO, DIRETTORE DI TV7 PARTINICO Disabitudine alla informazione libera o colpi di coda di fine regime?

Il 31 marzo u.s. Federico Orlando, direttore di TV7 Partinico, ha intervistato un funzionario dell’ATO Palermo 1, l’arch. Aldo Tola, sui disservizi relativi alla raccolta differenziata e sulle pessime abitudini di alcuni cittadini che non collaborano a tenere pulita la città. Un’intervista neutra e professionale così come sono tutte le interviste del Direttore di TV7 Partinico.
Immediata la reazione dell’Assessore al ramo, dott. Giovanni Pantaleo. L’Assessore in un lungo post attacca Federico Orlando sui contenuti dell’intervista, non solo a proposito delle domande del giornalista, ma pure sulla congruità delle risposte. Insomma, l’Orlando sarebbe responsabile delle domande e delle risposte, protagonista e deuteroagonista. Colpevole di aver suggerito prese di posizione o di non aver posto quesiti più soddisfacenti per l’Amministrazione.
Non si può non riflettere su quanto è avvenuto e per due motivi: la personalità del giornalista e la irrefrenabile incapacità di qualche amministratore di accettare idee diverse dalle proprie.

1. LA PERSONALITÀ DEL GIORNALISTA

Federico Orlando è un giornalista corretto e neutrale. I suoi servizi non tracimano mai a favore di questa o di quella parte politica. Fine osservatore della realtà, l’Orlando ha una grande qualità professionale: saper miscelare testi e immagini che danno al lettore e al telespettatore il senso di ciò che scrive e un’informazione completa e corretta. Il cittadino si sente rappresentato dai suoi editoriali e da essi difeso.
Sono sicuro che il Direttore di TV7 non sarà mai acquistabile da parte di nessuna fazione politica, neppure da parte di quelle forze verso le quali nutre simpatia: è uomo troppo attaccato al proprio lavoro, alla propria deontologia e alla propria dignità per vendersi al miglior (?) offerente. Oggi a Partinico è l’esempio virtuoso di un giornalismo al servizio dei lettori e dei cittadini, capace di una comunicazione efficace e onesta. Federico Orlando ottempera a tutti e tre i requisiti del buon giornalista, previsti dal D.Lgs. n. 196/2003 e dal codice di deontologia dei giornalisti del 1998: dovere di verità, autonomia e credibilità. Quanto andiamo scrivendo viene colto con chiarezza dalla gente di Partinico e dei dintorni; mi capita di incontrarmi spesso con Orlando, e mi ha sempre colpito la grande simpatia con cui tanti cittadini lo salutano o gli stringono la mano.

2. ACCETTARE LE IDEE DEGLI ALTRI: DEBOLEZZA O SAGGEZZA?

Non è la prima volta che Amministratori del Comune di Partinico si scaglino contro coloro che non la pensano come loro: accade ormai quasi quotidianamente. E non si salva nessuno, neppure coloro che per dovere istituzionale debbono pensare in proprio. Mi riferisco ai Consiglieri di opposizione. Costoro sono attaccati, sovente in modo smodato e istituzionalmente irricevibile, da elementi della Giunta o dai loro colleghi della maggioranza solo perché esprimono un pensiero diverso o un votum difforme. Di contro, l’insofferenza verso la diversità ha finito col moltiplicare le sessioni del Consiglio Comunale nelle quali i Consiglieri di Maggioranza serbano un religioso silenzio e delegano i membri della Giunta a parlare, con conseguente stravolgimento del gioco ‘parlamentare’.
Il rifiuto a mettersi in discussione, dialogando con coloro che la pensano diversamente, è sempre e ostinatamente presente quando un semplice cittadino o un Movimento esprimono qualsiasi perplessità sull’operato dei politici al comando della ‘nave Partinico’. In questo caso la reazione è spesso scomposta.
Ma il fenomeno non si ferma qui: in molti si è ingenerata una notevole preoccupazione a prendere le distanze da ciò che viene detto dall’Amministrazione. Non è raro che accada che normali cittadini si rifiutino di apparire nelle interviste o in altre occasioni per timore reverenziale nei confronti del potere e di chi lo detiene.

3. DISABITUDINE ALLA LIBERA INFORMAZIONE E COLPI DI CODA DI FINE REGIME

E’ indubbio che molti dei nostri Amministratori non amano l’informazione libera e preferiscono quella engagé, più rassicurante e cortigiana. Non amando la diversità di pensiero, secondo una atavica e radicata cultura profondamente diffusa dalle nostre parti, essi demonizzano tutti coloro che non si conformano al monopensiero. Peraltro il politico ‘moderno’ non è neppure furbo e ritiene lamarckianamente che la funzione crei l’organo; in questo caso che la funzione renda eo ipso saggio ciò che viene attestato da chi detiene il potere. Accettare la diversità di opinione è saggezza. Solo coloro che sanno confrontarsi con la diversità sono in grado di comprendere appieno le situazioni e gli uomini. Chi è chiuso nella torre d’avorio del proprio ego rischia l’autismo politico e sociale.
L’incapacità di accettare la differenza di posizione o la diversità ideologica si sta accentuando in questo scorcio di vita politica partinicese: il Sindaco, pare, si dimetterà presto e il regime è davvero alla fine. La storia ci insegna che i colpi di coda di fine regime sono i più pericolosi. A noi tutti spetta il compito della vigilanza democratica.

Mauro Giuseppe Nicolosi