“Madri vittime” in un bene confiscato, centro inaugurato a San Giuseppe Jato dal ministro Boschi

Una casa alloggio per le madri vittime del disagio sociale intitolata a ‘Rita Atria’ nasce in un bene confiscato alla mafia a San Giuseppe Jato, dove abitava il capomafia Baldassarre Di Maggio, poco distante l’abitazione di un’altra famiglia mafiosa, i Brusca. A consegnare il centro, ieri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, oltre al sindaco di San Giuseppe Jato, Davide Licari, e alle autorità locali.

Il bene confiscato dal 2008 è stato assegnato al Comune che, grazie a un finanziamento comunitario con il piano operativo del fondo di sviluppo regionale da 300 mila euro, ha ristrutturato la villa trasformandola in casa accoglienza. Lo stabile è composto da un piano terra, che nella futura destinazione d’uso sociale sarà adibito a stanza accoglienza/reception. Il primo e il secondo piano ospitano le camere arredate (11 posti letto) a uso giorno e notte delle future utenti.

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L’ultimo piano è adibito a soggiorno, cucina e spazio comune. “Siamo felici – ha detto il sindaco di San Giuseppe,  Davide Licari – perché oggi con la sua presenza in paese lo Stato ha riconosciuto il nostro impegno per la legalità. Con quest’ultimo atto per la nostra comunità crediamo di avere fatto un altro passo del nostro cammino di crescita civica, sociale e culturale. Lasciamo ai nuovi amministratori il compito di continuare su questa strada, felici di sapere che oltre a loro il testimone passa alle associazioni e ai giovani che in questi anni hanno contribuito al cambiamento e che oggi rappresentano la vera speranza per San Giuseppe Jato”.