CRONACA

Due attentati mafiosi a Cinisi falliti: le rilevazioni del pentito Pipitone

La mafia aveva pensato di eliminare negli anni passati due persone a Cinisi. Poi però gli agguati fallirono. A raccontare questi nuovi particolari, riportati sul Giornale di Sicilia, è il pentito di Carini Antonino Pipitone che continua ad essere sentito dalla Procura e le sue rivelazioni potrebbero essere preziose per scoprire nuovi retroscena del clan carinese.

Pipitone ha detto che entrambi gli agguati erano stati architettati con la complicità dei superboss all’epoca latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo per vendicare la scomparsa di Giuseppe Procopio, figlio del capomafia di Cinisi Procopio, affiliato proprio al clan sanguinario dei Lo Piccolo.

Pipitone però non conosceva le due vittime designate e non è stato in grado quindi di dire chi fossero agli inquirenti. In un caso il bersaglio predestinato riuscì a sfuggire grazie al fatto che quel pomeriggio non era davanti la porta seduto sulla sedia, come usava fare ogni giorno. Giuseppe Di Maggio, conosciuto come Peppone, fu inghiottito nel 200 dalla lupara bianca: di lui non è stata più trovata traccia ma soltanto lo scooter parcheggiato.

Peppone per due volte negli anni Ottanta era riuscito a scampare insieme al padre al piombo dei killer. La prima volta rimase ferito, la seconda invece fu il padre ad avere la peggio. Giuseppe, in quella circostanza, mise in fuga il commando di sicari sparando all’impazzata e difendendo col proprio corpo il padre.