CRONACA

Edilizia in Sicilia, un quadro nero ma con alcuni spunti per ripartire

Nelle ultime settimane l’edilizia è stata al centro delle scene, nella nostra regione: i dati sul comparto e lo sciopero dei lavoratori proclamato dalle sigle sindacali hanno destato l’attenzione sullo stato di salute di uno dei settori storicamente più centrali nell’economia della Sicilia, che però sta vivendo una fase davvero delicata, se non addirittura drammatica.

I numeri dell’edilizia. Difficile infatti trovare un aggettivo che renda meglio l’idea quando si legge il dato sul calo degli occupati: in tutta la Sicilia, soltanto nell’anno trascorso tra la fine di settembre 2016 e lo stesso periodo del 2017 l’edilizia ha fatto registrare un decremento di 11 mila (sì, undicimila) unità lavorative. Le cause di questo calo vanno ricercate in più direzioni, anche sul piano nazionale, senza dimenticare l’urgenza di sbloccare la spesa e rilanciare i cantieri anche su base regionale, come sottolineato dai segretari siciliani dei tre principali sindacati nazionali.

Le gare d’appalto in Sicilia. D’altra parte, la regione veniva già da un “anno nero”, soprattutto nel settore delle gare d’appalto (che stretto legame hanno con edilizia e costruzioni): nel 2016, infatti, sono state proposte al mercato siciliano appena novantasei nuove infrastrutture (per un valore di 142,4 milioni di euro), il trend più basso degli ultimi venti anni, e soprattutto alla fine di ottobre ne era stata aggiudicata una quota inferiore alla metà, appena 45 (per un importo di 55,7 milioni).

L’accusa dell’Ance Sicilia. Come sottolineato dall’associazione siciliana dei costruttori, una situazione del genere mette a repentaglio la sopravvivenza dell’intero comparto regionale, anche perché risultano attive nella filiera soltanto 45 aziende su duemila. Insomma, in Sicilia si realizzano sempre meno opere pubbliche, sia perché calano drasticamente i bandi sia perché, ancor peggio, tra le poche che arrivano a pubblicazione sono ancor meno quelle che effettivamente “vedono la luce”, anche per le conseguenze di ritardi e inefficienze delle stazioni appaltanti.

Un fenomeno carsico. Il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, entra nel dettaglio dei numeri, spiegando che “dal 2013 ad oggi non si hanno notizie di 456 gare d’appalto per 559,7 milioni di euro. Significa che il 50 per cento delle già poche occasioni di lavoro si perde nel vuoto”. Il rappresentante dei costruttori è molto duro nel definire la situazione un “fenomeno carsico di cui nessuno spiega il perché né pensa a porvi rimedio”.

Gli indicatori economici. Anche l’ultimo report di Bankitalia sulla Sicilia non offre molti spiragli di speranza per le costruzioni, che continua a soffrire di un “calo degli occupati e delle ore lavorate malgrado i primi segnali positivi nel settore delle opere pubbliche”. Tuttavia, un minimo segnale di ottimismo per l’edilizia sembra esserci, come sottolineato da Giuseppe Ciaccio, che si occupa di Analisi e Ricerca Economica Territoriale per Bankitalia: “Qualche novità positiva potrebbe essere generata dalla crescita delle compravendite immobiliari e dal calo dello stock di invenduto delle imprese edili, che comunque non rappresentano ancora un fattore decisivo per la crescita del settore”.

Fattori di speranza. Un altro elemento che apre uno squarcio ottimistico deriva dai nuovi strumenti che sono a disposizione delle imprese siciliane, che oggi possono trovare supporto anche sul Web per acquistare o noleggiare i macchinari di cui necessitano per la propria attività. E in tempi di crisi, la possibilità di risparmiare diventa un fattore quanto mai primario, e la possibilità offerta ad esempio da Giffi Noleggi di acquistare miniescavatori usati, con la garanzia di entrare in possesso di mezzi ai migliori prezzi del mercato e soprattutto in perfette condizioni, con pochi anni di vita.