CRONACA

Partinico, mafia e scommesse: Nania non è il capomafia, escono dal carcere altri tre indagati

Resta in carcere Francesco Nania ma con numerose pesanti accuse in meno, escono fuori in 5 di cui uno ai domiciliari. Così si è espresso il tribunale del Riesame di Palermo che ha ridato libertà a tanti degli indagati finiti dietro le sbarre in seguito all’operazione “Game over” che ha messo in luce un sistema di scommesse illecite con l’appoggio della mafia e di insospettabili colletti bianchi con base logistica a Partinico e con a capo l’imprenditore Ninì Bacchi.

Nania, 48 anni, difeso dall’avvocato Michele Giovinco, è considerato il braccio destro di Bacchi e indicato come nuovo capo del mandamento mafioso di Partinico: resta dietro le sbarre ma è caduta l’aggravante di aver diretto e organizzato Cosa nostra, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, traffico di droga, furto di energia elettrica e concorrenza sleale per aver imposto le società di scommesse illecite di Bacchi.

Rimane a suo carico però l’associazione a delinquere di stampo mafioso e l’accusa di aver creato società avvalendosi di prestanome. Torna a casa anche “Jonathan” Orvieto Guagliardo contro cui sono cadute tutte le accuse: era considerato il “concorrente” di Bacchi nell’ambito dell’imposizione dei centri scommesse illegali, appoggiato anche dalla mafia. Allo stesso modo ritorna in libertà Giuseppe Alessandro Lo Bianco, 50 anni di Partinico, a cui erano state formulate le accuse di associazione di stampo mafioso e di aver fatto da prestanome per un’agenzia di scommesse, entrambe venite meno.

A loro si aggiungono Marco Cannatella e Antonio Grigoli, difesi dagli avvocati Antonio Maltese e Antonio Ingroia. Fuori dal penitenziario anche Salvatore Cusumano ma per lui c’è la restrizione dei domiciliari. Grigoli, 50 anni originario di Borgetto ma da tempo residente a Certaldo, avrebbe fatto il promotore della società in tutta la zona del fiorentino. Cannatella, 54 anni di Partinico, invece era stato accusato di essersi fittiziamente intestato un’agenzia di scommesse in corso dei Mille “avendo operato al fine di avvantaggiare l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra”.

Cusumano, 58 anni di Partinico, indicato come il fiscalista delle società di Ninì Bacchi, ha ottenuto gli arresti domiciliari secondo quanto attesta Agipronews con le pesanti accuse di riciclaggio e autoriciclaggio. Sempre secondo quanto riporta l’agenzia è stato anche dissequestrato un centro B2875 che era stato coinvolto nell’operazione. Secondo i legali del gestore del centro, lo studio PP and Counselors, la decisione “certifica l’estraneità del titolare rispetto alle attività del sodalizio criminale”.