CRONACA

Partinico, tentato incendio a scuderia: “Mandanti e motivi restano oscuri”

Chi e perchè volesse danneggiare quel magazzino non è stato possibile appurarlo. La cosa certa però è che l’imprenditore partinicese Giuseppe Speciale, 28 anni, titolare del noto Baglio Rakali di Partinico, era finito nel mirino di una banda criminale pericolosa. Solo l’intervento della polizia ha evitato che l’edificio rurale adibito a scuderia per cavalli ubicato sulla strada provinciale 63, prolungamento della via Maria Santissima del Ponte, in uso al giovane potesse andare in cenere. Episodio che è uno dei perni principali dell’operazione antidroga scattata all’alba di ieri che ha visto finire agli arresti 11 persone e con loro figurano anche altri 5 indagati.

Speciale era finito nel mirino di questa banda che operava nell’ambito delle estorsioni e della coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali della polizia del commissariato di Alcamo, andate avanti per oltre un anno, non hanno permesso di riuscire a cristallizzare tutto quanto l’episodio. Anche perchè hanno dovuto operare di fretta e furia per evitare che si consumasse un raid che si preannunciava davvero disastroso.

Menti dell’organizzazione Salvatore Regina, alcamese di 58 anni, fratello dei più noti pregiudicati mafiosi Stefano e Giorgio tutt’ora in carcere per scontare pesanti condanne per appartenenza a Cosa nostra, e il cognato Antonino Virgadamo, 43 anni, che si erano premurati di utilizzare come bracci operativi tre “pericolosi” pregiudicati rumeni: Flavius Gabriel Abuhnoaie, 30 anni, Constantin Florin Dumitru, 34 anni, e Daniel Vasile Suna, 31 anni. Dietro a questo incendio c’erano dei mandanti della zona del partinicese ma dalle intercettazioni non è stato possibile capirlo e queste persone restano quindi sconosciute, così come i motivi. Anche perchè gli indagati si muovevano con discrezione, anche se non sempre; spesso utilizzavano delle frasi criptiche che solo per l’intuito degli agenti in molti casi sono state decifrate.

La cosa certa è che questa banda lavorasse con i piedi di piombo. Addirittura prima di organizzare il raid incendiario ai danni del magazzino rurale di Speciale erano stati effettuati diversi sopralluoghi. Gli autori volevo assicurarsi che tutto fosse fatto nei minimi dettagli. Per preparasi al raid era stato rubato un furgone, poi erano stati acquistati bidoni di benzina e addirittura racimolato da un gommista di Alcamo ben 19 copertoni esausti, oltre che a vario materiale per innescare l’incendio. Regina, Virgadamo e i tre rumeni si sono spesso sentiti al telefono, hanno curato nei dettagli anche dove lasciare il mezzo carico del materiale incendiario, in modo che non vi fossero occhi indiscreti attorno.

Hanno anche dato vita ad alcune riunioni, una delle quali si tenne all’officina di Gaetano Regina, 26 anni, figlio di Salvatore, anche lui arrestato. Dalle intercettazioni telefoniche avvenute tra Regina e Virgadamo pare che sia stato il primo a insistere che il mandante rimanesse fuori da questa storia dell’attentato: “Siccome dice che sospetterebbero su li lui, gli ho detto…e tu…per questo non ci devi venire…tu ti devi andare a divertire…” ha riferito Regina al cognato. L’attentato è saltato grazie al tempestivo intervento dei poliziotti che la notte in cui era stato fissato il raid si sono fatti trovare con tre pattuglie sulla statale 113 all’ingresso di Alcamo, sbarrando la strada al furgone.

Ne è nato uno speronamento e Virgadamo con i tre rumeni è riuscito a dileguarsi, raccontando poi tutto al telefono. Gli altri arrestati sono l’omonimo Salvatore Regina, 39 anni, Rosa Casto, 58 anni, residente ad Alcamo con precedenti, Ihab Othmane, 21 anni, di Mazara del Vallo, incensurato e Salvatore Sclafani, 26 anni, di Castellammare del Golfo, con precedenti.