AMBIENTE

Trappeto e Terrasini, tutti al lavoro per “salvare” dall’inquinamento San Cataldo

Decine di sacchi della spazzatura raccolti e tra i rifiuti sono comparse pure siringhe, segno del probabile rifugio  di tossicodipendenti. Solo questo basterebbe a dare il senso di quanto la costa di San Cataldo soffra dell’incuria e dell’abbandono. Da tempo immemorabile area non balneabile a causa degli sversamenti di reflui fognari e non solo provenienti dagli affluenti, questo tratto di costa si conferma probabilmente come simbolo (in  negativo) della Sicilia che non cresce e non sfrutta le sue straordinarie bellezze naturali.

Da ieri però qualcosa potrebbe essere cambiato. Comuni di Trappeto e Terrasini, ambientalisti, volontari, storici, scrittori, commercianti, associazioni e tanti altri a vario titolo, molti dei quali riuniti sotto la sigla del  “Comitato Baia San Cataldo”, hanno voluto dare un segnale di riappropriazione del territorio. E’ stato fatto attraverso l’organizzazione della prima giornata ecologica che ha visto come protagonisti anche le istituzioni, come i Comuni di Trappeto e Terrasini, e con loro anche il Gal Golfo di Castellammare, società consortile che mette assieme diversi Comuni del territorio. E’ stata anzitutto l’occasione per bonificare tutta l’area costiera da rifiuti di ogni genere e poi si sono organizzate per l’arco della mattinata una serie di iniziative culturali e artistiche.

Spettacolare la sfilata in costumi d’epoca, così come il restauro di una vecchia barca che è stata ridipinta e resa un vero e proprio pezzo unico: una sorta di panchina-fioriera con all’interno dei cactus (nella foto). Il gruppo di rocciatori del Nopcea, nucleo operativo protezione civile ed emergenza ambientale onlus, ha creato un percorso in sicurezza per poter raggiungere la spettacolare “cala muletti” che da molti anni risulta difficilmente raggiungibile a causa delle continue frane e smottamenti che si sono verificati. E’ strato possibile inoltre visitare le due postazioni militari con una guida messa a disposizione grazie all’iniziativa “Open Day”, “operazione fortini aperti”.

E poi ancora degustazioni e la visita guidata all’antico santuario di San Cataldo, risalente al periodo bizantino e di recente restaurato grazie ad un progetto del Gal: “Purtroppo – ha evidenziato uno dei fondatori del Comitato, Francesco Loria – questo posto da una quarantina d’anni è ostaggio del crimine ambientale. A circa 60 metri da qui c’è il fiume Nocella che è la causa del persistente degrado ambientale di questa costa”. L’obiettivo della manifestazione è stato quello di accendere dei fari e quindi l’attenzione su uno dei luoghi più suggestivi dell’hinterland: un modo soprattutto per sensibilizzare gli enti competenti a vario titolo a intervenire e a risanare la zona dal punto di vista ambientale.

“Una giornata di volontariato e spettacoli – ha precisato la consigliera comunale di Terrasini, Eva Deak – per riqualificare e portare all’attenzione pubblica quest’area, per ridare dignità e cura a uno dei luoghi più belli del nostro comprensorio”. San Cataldo è conosciuto al contrario come “mare”Una giornata di volontariato e spettacoli – ha precisato la consigliera comunale di Terrasini, Eva Deak – per riqualificare e portare all’attenzione pubblica quest’area, per ridare dignità e cura a uno dei luoghi più belli del nostro comprensorio”.