CRONACA

Mafia di Partinico e hinterland, in Cassazione condanne a 200 anni per boss e gregari

La Corte di Cassazione di Roma conferma il teorema sancito dalla corte di Appello di Palermo, riconoscendo in Antonino Sciortino il ruolo di vertice dell’organizzazione mafiosa della provincia di Palermo, smantellata dall’operazione “Nuovo Mandamento” che ha dato un colpo decisivo alle cosche di Camporeale, Monreale, Partinico, San Giuseppe Jato, Camporeale, Altofonte, Borgetto, Montelepre e Giardinello.

Più di 200 anni di carcere quindi, sostanzialmente come sancito in appello per numerosi protagonisti del processo che in secondo grado si era concluso nel novembre del 2016. Antonino Sciortino in primo grado era stato assolto, poi in appello condannato a 18 anni. Gli imputati rispondevano a vario titolo di mafia, estorsione, detenzione di armi e di droga, furto di bestiame e dell’omicidio di Giuseppe Billitteri, eliminato col metodo della lupara bianca il 22 marzo del 2012. A 11 anni è stato condannato Sergio Damiani, a 17 Salvatore Mulè.

Giuseppe Lo Voi ha avuto 18 anni e 2 mesi, Salvatore Tocco 1 anno e 8 mesi, Vincenzo Madonia 10 anni e 4 mesi, Francesco Vassallo 10 anni e mezzo, Carmelo La Ciura 10 anni, Giovanni Rusticano 7 anni e mezzo, Giovanni Longo 3 anni e 2 mesi, Sebastiano Bussa 2 anni e 11 mesi, Baldassare Di Maggio e Pietro Ficarrotta 7 anni e 2 mesi, mentre Giuseppe Mulè e’ stato condannato a 8 anni.

Quattro anni e mezzo ha avuto il collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi che, aveva iniziato a parlare con i magistrati poche settimane dopo il suo arresto. Annullata la condanna per Giuseppe Marfia, che in appello aveva ricevuto 11 anni e 4 mesi.