Partinico, liceo sotto attacco dei big nazionali per le “magliette rosse” agli esami di Stato

Un post su facebook che ritrae gli insegnanti di due istituti superiori, uno di Partinico e l’altro di Cefalù, impegnati agli esami di Stato di sabato scorso con la maglietta rossa. Tanto è bastato per far esplodere il caso e per scomodare addirittura i big della politica nazionale, e non solo, contro gli insegnanti. La scintilla, chiaramente non immaginandosi delle clamorose reazioni, è innescata da una docente di Partinico, Dina Provenzano.

Il suo post diventa virale e finisce con il coinvolgere la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e l’ex ministro e sindaco di Roma Gianni Alemanno, solo per citare i politici più in vista. La Provenzano si era complimentata con i colleghi docenti per aver manifestato indossando la maglietta rossa all’iniziativa lanciata a livello nazionale in segno di protesta contro l’azione del governo nazionale di chiudere i porti, e contro in generale l’Unione Europea e i suoi Stati che fanno tra loro a scaricabarile, per fermare il flusso migratorio ma mettendo in pericolo la vita di molti extracomunitari partiti dal loro paese per scappare da guerre e persecuzioni.

“Bravissimi i colleghi – aveva scritto – che indossano la maglietta rossa durante gli esami di maturità!!! Siete davvero un bell’esempio di una scuola che ha il compito di educare e trasmettere grandi valori ed ideali. Restiamo umani!!!”. La docente ha prima cominciato a subire attacchi nella sua pagina personale, seguiti poi anche da tanti messaggi di appoggio e solidarietà, poi il post ha cominciato a girare per la rete sino evidentemente a giungere agli occhi persino dei leader politici nazionali.

L’iniziativa degli insegnanti di Partinico e Cefalù ha finito per essere messa sotto attacco: “Basta con la strumentalizzazione politica della scuola pubblica – scrive Giorgia Meloni -. Chi vi autorizza a pensare di poter imporre ai nostri figli le vostre idee? Gli alunni che non credono nell’utilità dell’immigrazione incontrollata li bocciate?”. “La maglietta rossa – incalza Alemanno – non è un atto di umanità o di solidarietà, ma un atto politico di opposizione a questo governo. Legittimo, tutti possono fare quello che vogliono, ma non si può imporre dentro un’aula scolastica. Mi auguro che il ministro dell’Istruzione abbia il coraggio di prendere posizione: basta con questa sinistra che strumentalizza tutto e tutti per portare avanti le proprie ideologie, basta con chi non ha rispetto dei valori umani perché li utilizza ai propri fini di potere”.

L’insegnante partinicese ha reagito dimostrando di non essersi per nulla intimidita rispetto agli attacchi subiti: “Penso che insegnare valori come la pace, la solidarietà, la democrazia, la legalità,il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, in quanto umani, il rispetto dell’ambiente, – è la tesi di Dina Provenzano – sia il dovere di un insegnante e se questo vuol dire non essere un bravo professionista allora vuol dire che non si riesce a capire il valore della cultura e dell’istruzione e i pericoli che l’ignoranza e l’indottrinamento stanno creando in una società sempre più povera, e non solo dal punto di vista economico, e sempre meno umana”.

A far sentire la sua voce anche la dirigente del liceo “Savarino”, Chiara Gibilaro, invitata da più parti a segnalare i docenti al ministero dell’Istruzione, la quale però ha fatto quadrato sul suo corpo insegnanti: “E’ stato trasmesso un messaggio di accoglienza e di solidarietà – ha replicato -. Da educatori non si può rimanere inermi di fronte ai bambini morti e vestiti di rosso dalle loro madri per identificarli. Tutto il resto non riguarda il gesto dei docenti che hanno aderito per dare solo un segno di voglia di umanità. Non si tratta di politica, quella la fanno i parlamentari e coloro che a vario titolo sono impegnati in cariche politiche”.