Partinico, oratorio “Don Bosco” verso la rinascita: volontari e raccolta fondi per riaprire il campo sportivo

Due ragazzini per dare l’input, tanto volontariato ma anche tanti soldi. Sono quelli che servono per riaprire la pagina di un bel libro che si è chiusa 40 anni fa. Si tratta del campo sportivo “Padre Ferina” annesso all’oratorio “Don Bosco”, nel cuore del quartiere di San Gioacchino. Dopo essere stato bonificato e reso anche più accogliente con dei murales all’ingresso realizzati a titolo gratuito da degli artisti locali, ora per garantire la fruibilità dell’impianto servono fondi.

Appuntamento a domani, 31 agosto, con una mangiata e per dare una spinta all’evento ci sarà un vero e proprio vip, la nota voce di Radio Kiss Kiss, Pippo Pelo. A mettersi in moto per realizzare una “maxi” sagra che prevede la preparazione di diverse pietanze diverse parrocchie della città che prepareranno i piatti, dalla pasta al dolce. Poi seguiranno spettacoli con Pippo Pelo, ed a seguire un saggio di danza della “New tropicana” dance e la band partinicese dei “Nessun tributo”.

Il biglietto d’ingresso è 5 euro e tutto quello che verrà raccolto verrà speso interamente per riaprire il campo sportivo. Sino ad oggi in quel campo sportivo c’è stato il sudore e le mani di tanti volontari: sono state tolte le erbacce e i rifiuti, risistemato il fondo campo che era colmo di buche e altri ancora. I fondi serviranno per completare l’opera di sistemazione del rettangolo di gioco, per la collocazione di panchine, piantumazione alberi e per realizzare uno spazio per celebrare messa all’aperto e un’area giochi per i bambini più piccoli.

Dietro la “regia” del parroco della chiesa di San Gioacchino, don Francesco Amante, che svela un curioso aneddoto su come è partita questa grande macchina per portare a far rinascere il campo dell’oratorio “Don Bosco”: “Un giorno apro la porta e con mia grande sorpresa mi ritrovo davanti a due bambini i quali mi lanciano una proposta, quella di rimettere in sesto il campo – afferma -. Mi raccontano che sono costretti a giocare in strada e che la gente li caccia perchè fanno baccano. Inizialmente temporeggio, dico loro che servirebbero tanti soldi, poi convoco il consiglio pastorale, che è l’organo consultivo del parroco, e faccio questa proposta di organizzare qualcosa per trovare fondi per sistemare il campetto”.

Da qui è praticamente partito tutto. Si deve a padre Saverio Ferina (da qui il nome seppur improprio del campetto), parroco di San Gioacchino negli anni ’60, la trasformazione di 10 mila metri quadrati di terreno, donato da due sorelle, in campo di calcio. La sua opera fu proseguita per 40 anni dal suo successore, don Pino Provenzano, che fece dell’oratorio “Don Bosco” un presidio educativo e di evangelizzazione, avvicinando a sé l’animo di tanti ragazzi del quartiere.

Ora lo scettro è stato raccolto da don Francesco. Tocca a lui ridare vita e dignità ad un luogo dove i giovani possano venire a divertirsi nel segno della fratellanza. Qui si allenava la mitica Don Bosco degli anni ’70, vivaio di talentuosi calciatori locali che hanno militato nei campionati giovanili con eccellenti risultati. Ma all’oratorio “Don Bosco” non si giocava solo a pallone, s’imparava anche il rispetto dell’altro, le regole di convivenza, ci si preparava ad affrontare la vita.