CRONACA

Castellammare del Golfo, caso trenino: archiviate accuse su comandante capitaneria

“La notizia di reato è infondata”. Così si è espresso il Gip del tribunale di Trapani, Emanuele Cersosimo, sulle pesanti accuse formulate nei confronti del comandante della guardia costiera di Castellammare del Golfo, Davide Tumbarello (nella foto a sinistra), 48 anni, per l’oramai famoso e singolare caso del trenino lillipuziano che nella cittadina castellammarese ha avuto vita davvero dura. L’ufficiale, difeso dall’avvocato Fabio Sammartano (nella foto a destra), era stato denunciato nel luglio del 2016 dai titolari dell’impresa che aveva in gestione il trenino, i fratelli castellammaresi Antonino e Giovanni La Porta, per “minacce”.

Una storia che prende le mosse dal divieto che fu imposto dal comandante dell’ufficio marittimo di Castellammare, per l’appunto Tumbarello, di far circolare il trenino nella via Zangara, meglio conosciuta come Cala marina. Situazione culminata con una maximulta comminata all’impresa da mille euro per violazione al codice della navigazione. In buona sostanza il trenino turistico ebbe l’autorizzazione a circolare lungo la strada che costeggia il porto dal Comune e dalla Regione.

Ne nacque un braccio di ferro con la capitaneria castellammarese che vietò l’ingresso del caratteristico mezzo sulla base dell’ordinanza dell’ufficio Circondario marittimo di Trapani, da cui dipende Castellammare, che ogni estate vieta la circolazione per ragioni di sicurezza e di intensa presenza turistica in zona per la presenza di moltissimi locali. Con l’autorizzazione in tasca, però, i fratelli La Porta continuarono ad accedere sino a che arrivò la salatissima multa.

Nello specifico Giovanni la Porta, che guidava il trenino, sostenne nella sua denuncia presentata al commissariato di polizia di Castellammare del Golfo che il comandante Tumbarello più volte lo minacciò verbalmente. Ne è scaturita tutta la fase d’indagine con una prima richiesta di archiviazione che venne presentata dal pubblico ministero titolare a cui si sono opposti i fratelli la Porta tramite il loro legale.

L’indagine è dunque proseguita con ulteriori accertamenti ma il Gip ha archiviato definitivamente: “Gli episodi oggetto di indagine – ha scritto Cersosimo nella sua motivazione di archiviazione – non appaiono idonei a integrare il reato di abuso d’ufficio o altra fattispecie di reato. L’esame degli atti dimostra inequivocabilmente che il Tumbarello ha agito al solo fine di tutelare la sicurezza della circolazione dei pedoni e non per arrecare un danno ingiusto al La Porta”.

“La competenza sul demanio marittimo – dichiara in merito il sindaco Nicola Rizzo – è della capitaneria di porto che gestisce le zone di sua pertinenza ma c’è stretta sinergia e collaborazione con la nostra polizia municipale. Nel caso specifico i provvedimenti sulla viabilità vengono concordate con la capitaneria di porto. Dunque le competenze sono certamente distinte ma la collaborazione è reciproca”.

C’è da dire che la vicenda della circolazione del trenino lillipuziano è alquanto controversa. Difatti appena qualche mese fa il giudice di pace di Alcamo ha annullato proprio il verbale elevato nei confronti della ditta titolare del trenino di Castellammare. In quella sede sono stati ritenuti fondati i motivi dell’opposizione e l’illegittimità della sanzione: il trenino, per il giudice di pace, era “in possesso di tutte le autorizzazioni per espletare il servizio di linea nelle zone indicate ed individuate dall’assessorato alle Infrastrutture, compresa la via Zangara, autorizzazione rilasciata dal Comune di Castellammare del Golfo, ufficio Suap”.