CRONACA

Alcamo, spaccio al “Villaggio regionale”: tribunale Riesame concede i domiciliari al presunto capo banda

Va ai domiciliari Emanuele Cataldo (nella foto), 35 anni, pregiudicato alcamese, ritenuto la mente di un’organizzazione dedita allo spaccio di droga nella zona del quartiere popolare del “Villaggio regionale”. Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso del suo legale, l’avvocato Massimo Gagliardo, il quale aveva chiesto la scarcerazione non sussistendo a suo dire elementi per inquinamento delle prove in attesa degli esiti istruttori e quindi dell’eventuale rinvio a giudizio e del processo.

Cataldo era stato sentito nei giorni scorsi dal Gip del tribunale di Trapani, Emanuele Cersosimo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia ma aveva confermato la detenzione in carcere. “Le esigenze cautelari di reiterazione del reato – commenta Gagliardo – non sono state evidentemente prospettate dal tribunale della libertà”.

Cataldo va ai domiciliari nella sua casa di Alcamo, per gli altri 4 coinvolti nella stessa operazione dei carabinieri denominata “Dark village” sono state confermate le misure iniziali: ad essere confermato l’obbligo di dimora ad Alcamo per la compagna di Cataldo, Francesca Palmeri di 46 anni, i loro cugini Fabrizio ed Emanuele Trupiano, rispettivamente di 21 e 25 anni, e per Paolo Piazza di 45 anni; infine per Piero Saitta di 35 anni c’è sempre l’obbligo di dimora ma nel comune di Palermo.

Tutti, ad eccezione di Piazza che ha avuto la sola accusa di ricettazione, sono accusati di aver gestito, seppur con ruoli diversi, lo spaccio di droga nel quartiere popolare. Le accuse a vario titolo sono di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione ed evasione. Cataldo ha risposto alle domande del gip ma sul contenuto non trapela nulla; storia diversa per Palmeri e i due Trupiano che invece hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Secondo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Alcamo la mente di tutta l’organizzazione era Cataldo, con numerosi precedenti alle spalle, il quale avrebbe creato una fitta rete di collaboratori che aveva come quartier generale proprio il rione di case popolari della cittadina alcamese. L’indagine era partita già nell’aprile scorso ed a scorrere a fiumi erano soprattutto cocaina e marijuana. Da qui è scattata una capillare azione di controllo, molto discreta, che si è resa possibile anche grazie all’ausilio di sofisticate strumentazioni per intercettare i responsabili del giro.
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