ENTI LOCALI

Alcamo, Asu utilizzati irregolarmente? Guerra tra sindacati, il Comune: “Tutto secondo norma”

Esplode la polemica attorno all’utilizzazione degli Asu in servizio al Comune di Alcamo. Persino i sindacati si spaccano e la politica infiamma il dibattito. Tutto ruota attorno alle tante norme che regolano la gestione degli Asu mentre si innescano dubbi sull’utilizzo di questo personale oltre le proprie ore.

E difatti la miccia è attorno ai numeri: da una parte la Cisl che aveva già a suo tempo parlato di tetto massimo di 80 ore mensili per l’utilizzo di questo personale, oggi però li smentisce non solo un’altra organizzazione di categoria ma anche l’amministrazione comunale. Con una dettagliata relazione presentata al consiglio comunale, in seguito anche all’interrogazione presentata sull’argomento dai consiglieri Giacomo Sucameli e Giovanni Calandrino, l’assessore al Personale, Fabio Butera, smonta pezzo per pezzo la tesi della Cisl:

“Il Comune rispetta pienamente i vincoli normativi in materia – evidenzia -. Il parametro delle 80 ore mensili non è previsto da alcuna norma”. Da una ricognizione effettuata con tutti i dirigenti dei vari uffici è emerso che l’utilizzazione dei soggetti assegnati avviene a supporto di attività e servizi assegnati alla responsabilità organizzativa e gestionale di dipendenti a tempo indeterminato o determinato.

Dubbi erano stati mossi anche riguardo alle assenze per varie giustificazioni: “Sulle assenze per malattia, per infortunio, per assistenza a familiare disabile o per propria disabilità attraverso la legge 104 e per partecipazione alle assemblee sindacali – replica Butera – il Comune di Alcamo non ha mai regolamentato con atti interni il ‘periodo massimo di assenza per malattia compatibile con il buon andamento del progetto’. Pertanto tutte le assenze per malattia, a prescindere dal numero di giornate, non comportano sospensione dell’assegno. Non sono, invece, oggetto di disciplina normativa le assenze per lutto, matrimonio, studio e partecipazioni a concorsi ed esami. Le certificazioni delle attività svolte, e non si tratta tecnicamente di mansioni, sono rilasciate dai dirigenti ai quali vengono presentate le relative richieste”.

A dare man forte alla tesi dell’assessore i sindacalisti dell’Usb Vito Sardo, Ciccio Mallia e Mario Mingrino: “Vi è un decreto legislativo del 1997 – scrivono in una nota – che abroga le disposizioni precedenti in contrasto con esso e mette fine ad ogni dubbio e cioè che non esiste una legge che permetta ai lavorati di fare solo 80 ore. Ci stupisce come una tale organizzazione sindacale abbia potuto innescare un simile polverone”.
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