CURIOSITA'

Dagli USA al Regno Unito, giorni di incertezza sulle due sponde dell’Atlantico

Da Washington a Londra, gli elementi politici ed economici che stanno gettando un’ombra di aleatorietà sui mercati finanziari potrebbero inasprirsi nel corso degli ultimi giorni, rendendo la vita un po’ più complessa agli occhi degli investitori. Ma come muoversi in questi frangenti? E cosa è lecito attendersi nelle prossime ore?

Negli Stati Uniti l’evento più importante del momento è la certezza che Donald Trump ha interrotto i negoziati con i democratici in relazione a un possibile pacchetto di spesa per infrastrutture valutato intorno ai 2 trilioni di dollari. Il presidente dell’amministrazione a stelle e strisce ha affermato che tornerà a lavorare con il Congresso solamente nel momento in cui i democratici fermeranno le indagini sul proprio conto.

Si tratta, evidentemente, di una posizione particolarmente discussa. Al momento, peraltro, i temi più rilevanti che domandano una collaborazione bipartisan e l’approvazione del presidente sono non solamente particolarmente numerosi, quanto anche fondamentali per poter orientare correttamente lo scenario economico dalla stagione autunnale in poi.

Anche se l’elenco dei punti è particolarmente nutrito, non possiamo non compiere un breve cenno sul pacchetto delle infrastrutture, del quale abbiamo brevemente fatto un richiamo, e che comunque avrebbe scarsa probabilità di essere attuato a causa delle criticità emerse nel concordare efficaci forme di finanziamento.

Sono inoltre sul tavolo delle potenziali negoziazioni l’approvazione del nuovo NAFTA (USMCA), l’accordo di scambio tra le economie del centro nord America, e soprattutto il rinnovo delle leggi di spesa, che scade il prossimo 30 settembre. O, ancora, la decisione se sospendere o se aumentare il limite del debito, che poi diventerà pienamente vincolante nell’autunno. Intanto, i leader del Congresso hanno segnalato che nonostante le parole del presidente non abbiano certamente posto in buona luce il contesto attuale, le trattative bipartisan su leggi di spesa e limite del debito.

Un’altra fonte di incertezza sembra essere legata a ciò che avverrà nel Regno Unito. La stampa britannica è convinta che la premier Theresa May rassegnerà le proprie dimissioni dall’incarico domani o lunedì, ovvero – rispettivamente – subito dopo il voto europeo, che nel Regno Unito è già in svolgimento, o subito dopo la proclamazione ufficiale dei risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo, al termine del fine settimana (occorre infatti attendere che votino tutti gli altri Paesi UE). Una volta rassegnate le dimissioni, la premier Theresa May rimarrà comunque in carica fino alla nomina di un nuovo primo ministro.

Insomma, la fine del mandato di Theresa May non sembra essere dei più memorabili, almeno sotto il profilo dei successi (non) ottenuti. L’accoglienza non certo positiva riservata alle nuove proposte di modifica del WAB (Withdrawal Agreement Bill) da parte di tutte le principali forze politiche coinvolte, stanno infatti fanno stimare agli analisti che si andrà incontro a una bocciatura ancora più severa di quanto non sia avvenuto in passato, rendendo così inutile rinviare il cambio di leadership che, a questo punto, sarebbe l’evoluzione più prevedibile…
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