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Partinico, Smaltimento abusivo di rifiuti Chiesti 57 rinvii a giudizio

Al centro della maxi-inchiesta coordinata dalla Dda ci sono
gli impianti gestiti dai fratelli Vaniglia. Udienza il 9 ottobre

Gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti anche speciali, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, incendio di rifiuti anche pericolosi, modifiche abusive del territorio e falsità ideologica in concorso.
Sono questi i reati, contestati a vario titolo, a 57 persone tra titolari di due discariche, amministratori o rappresentati legali di ditte, in massima parte camionisti. L’indagine avviata, nell’ottobre del 2014, dalla polizia di Partinico è stata portata
avanti e conclusa dalla Dda di Palermo.

Importanti sono stati i pedinamenti, ma anche le telecamere installate in prossimità di due discariche, avviate legalmente, ma poi diventate abusive, per trarre ingiusti profitti. Le discariche oggetto delle attenzioni degli investigatori
della Dda si trovano nelle contrade «Parrini» e «Bosco Falconeria» in territorio di Partinico. Quella di «Bosco Falconeria» è vicina ad Alcamo.
Una zona di campagna gestita prevalentemente da alcamesi e
in questa zona vicina alla città negli ultimi anni sono nate sale ricevimenti e agriturismi.
Da alcuni giorni sono in corso le notifiche di chiusura delle indagini e l’ufficio del Gip del tribunale di Palermo ha fissato per il prossimo nove ottobre l’udienza in camera di consiglio per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio, sollecitata dal
pubblico ministero.
Al centro delle indagini le discariche gestite da due fratelli di Partinico: Giuseppe Agatone Vaniglia,63 anni e Giuseppe Vaniglia, 31 anni. Entrambi devono rispondere di una serie di reati, mentre gli altri indagati sono accusati quasi tutti di concorso in falsità ideologica, commessa da un privato in atto pubblico. I due fratelli Vaniglia sono i principali indagati della maxi inchiesta sullo smaltimento abusivo di rifiuti.
Per il gip, rispettivamente nella qualità di proprietario del sito di contrada «Parrini» e amministratore del centro recuperi della «Criva» «per conseguire un ingiusto profitto ricevevano presso il sito di contrada Parrini e Bosco Falconeria, o comunque gestivano abusivamente, ingenti quantitativi di rifiuti an-
che speciali in assenza e concessioni per contrada Parrini».
Entrambi sono accusati di avere «distrutto o comunque alterato le
bellezze naturali del territorio ricadente nella fascia di rispetto di 150
metri dal torrente Nocella, sottoposto a vincolo paesaggistico e ambientale». Giuseppe Agatone Vaniglia è accusato anche di «avere appiccato il fuoco a rifiuti anche pericolosi all’interno dell’area di contrada Parrini ed ivi depositati in modo incontrollato sul suolo con l’aggravante di avere commesso il fatto in territorio interessato nei cinque anni antecedenti (ottobre 2014), da dichiarazione di stato di emergenza nel settore rifiuti».
Giuseppe Agatone Vaniglia e Gaetana Garifo, proprietari dell’area di contrada Parrini avrebbero realizzato opere di modifica in
una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. La falsità ideologica è contestata ai due Vaniglia e a quasi tutti gli altri indagati. Avrebbero attestato «falsamente nei formulari di identificazione del trasporto dei rifiuti il conferimento. Moltissimi dei conferimenti non sarebbero mai avvenuti allo scopo di trarre ingiusti profitti».
Gli investigatori dalle riprese video hanno visto arrivare camion
vuoti che ripartivano poco dopo.
Dove sono finiti i rifiuti?. Nelle discariche sarebbero stati depositati quelli speciali non pericolosi provenienti da demolizioni edili. Un giro d’affari allo studio e che presto
potrebbe essere quantificato.
Nelle due discariche sono smaltiti i rifiuti provenienti da Alcamo e da diversi comuni del Palermitano.
Avviati anche gli accertamenti delle Camere di Commercio di Trapani e una delle conseguenze potrebbe essere la revoca delle licenze.