Cronaca

Partinico-droga, business con lo sfondo della mafia: inquirenti sicuri del connubio

A Partinico l’ennesimo colpo al business della coltivazione della droga apre scenari abbastanza inquietanti sul piano investigativo.

Quest’ultima indagine, che ha portato all’arresto di tre incensurati e alla scoperta di una coltivazione dal valore potenziale di un milione di euro di marijuana se immessa sul mercato, potrebbe anche riservare altri importanti sviluppi: al momento siamo alle prime battute e quindi non è stata rilevata alcuna connessione tra i tre arrestati e il mondo della criminalità organizzata:

“Allo stesso modo però, in un territorio storicamente afflitto dalle attività illecite perseguite dai mandamenti mafiosi, – afferma il comandante della Compagnia della guardia di finanza di Partinico, Andrea Mascia – è impensabile escludere a priori eventuali connessioni poiché, oltre alla fase della coltivazione, va considerata la destinazione finale dello stupefacente che, potenzialmente, avrebbe rifornito le piazze locali. Dunque, appare inverosimile immaginare che gente comune, dall’oggi al domani, possa dar vita ad un ciclo autonomo che va dalla coltivazione allo spaccio di droga senza il ‘benestare’ delle consorterie criminali locali”.

Negli ultimi tempi sempre più spesso per questo tipo di attività illegali vengono fuori nomi di incensurati, quindi di insospettabili almeno sulla carta: “Coinvolgere nelle attività illecite gente comune, incensurata, dalle ‘facce pulite’ – aggiunge Mascia – non è certamente un caso.

E’ un sistema efficace per allontanare le frange criminali e i ‘volti noti’, costantemente monitorati dalle forze di polizia, dalle dinamiche illegali permettendo, in questo modo, alle organizzazioni di proseguire le proprie attività illecite grazie all’ausilio di ‘opera’” insospettabili”. Appare dunque più che verosimile che Partinico sia inserita, proprio in questo fiorente business della coltivazione degli stupefacenti, in un contesto di diretta connessione con gli affari della mafia:

“Non bisogna dimenticare il triste passato, nemmeno poi tanto remoto, che lega la città ad uno dei più pericolosi mandamenti mafiosi – sottolinea ancora l’ufficiale delle fiamme gialle – che, oggi, ha sì abbandonato i metodi ‘forti’ dell’era stragista ma continua silente a perseguire ogni attività illecita che consenta di ottenere un profitto. La nostra mission prosegue incessante verso il contrasto di tutte quelle attività economico-criminali, anche non immediatamente evidenti, che generano profitti illeciti e permettono alle organizzazioni mafiose di arricchirsi illegalmente”.