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Palermo, processione allo Zen con “inchino” davanti ai carabinieri

Segnale di legalità nel quartiere del capoluogo siciliano da parte degli organizzatori dell’associazione Padre Pio.
C’è stato un nuovo “inchino” della statua del Santo a una processione al quartiere Zen di Palermo. Questa volta però non per rendere omaggio a un boss mafioso, come in passato in alcune città siciliane, ma per ringraziare i carabinieri: l’inchino è avvenuto infatti davanti alla stazione dell’Arma. Così l’associazione Padre Pio e i fedeli che hanno partecipato alla cerimonia hanno voluto dare un segnale di rispetto per la legalità nel rione cittadino.
Nell’anniversario della morte del frate di Pietrelcina e dopo tre giorni di festa popolare, una ventina di devoti hanno portato, a passo di musica, la statua tra le strade dello Zen, il quartiere alla periferia orientale di Palermo divenuto nell’immaginario collettivo simbolo del degrado della città e luogo di spaccio. La processione in onore di Padre Pio si svolge da dieci anni, ma questa volta ha assunto un sapore diverso come hanno confermato sia i fedeli che gli stessi carabinieri in servizio nella stazione dello Zen.
Nel rione palermitano è in parte ambientato anche l’ultimo discusso film di Franco Maresco “Non c’è più la mafia di una volta”, presentato al Festival di Venezia. Il regista riprende una festa di quartiere con cantanti neo melodici organizzata allo Zen per l’anniversario delle stragi Falcone e Borsellino in cui nessuno prende pubblicamente le distanze da Cosa Nostra. Questa volta, invece, alcuni abitanti del quartiere hanno voluto dimostrare platealmente la loro vicinanza alle forze dell’ordine e il rifiuto di ogni forma di reverenza nei confronti della mafia.
Anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha manifestato il suo plauso per il gesto dei fedeli e ha telefonato al parroco dello Zen per esprimergli la vicinanza e il sostegno da parte dell’amministrazione comunale nella sua battaglia quotidiana per la riaffermazione della legalità.
FOTO ANSA