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Partinico sempre più gettonopoli: buco da 55 mila euro per emolumenti non dovuti ai consiglieri comunali

Dal 2015 ad oggi il Comune di Partinico ha sborsato 1.850 gettoni di presenza non dovuti ai consiglieri comunali per consigli e commissioni andate deserte. Il conto è già salito a ben 55 mila euro secondo gli accertamenti effettuati dagli uffici del Settore Affari generali diretto da Maria Pia Motisi.

Cifra che però è destinata ancora ad impennarsi. Parola del commissario straordinario del Comune, Rosario Arena, colui il quale si era accorto nei mesi scorsi di questa anomalia, cioè della liquidazione di emolumenti che invece solo oggi si scopre che non fossero dovuti. In realtà esiste una legge regionale del dicembre del 2008 ma che è rimasta inapplicata al Comune di Partinico.

Oramai è dall’aprile scorso che i consiglieri comunali non incassano più il gettone: “Quando erano emersi i miei primi dubbi – afferma Arena – ho subito dato disposizioni di bloccare immediatamente la liquidazione. Poi si stanno verificando anche le posizioni dei consiglieri a cui sono stati riconosciuti i rimborsi liquidati alle aziende per cui lavorano per l’assenza dal posto di lavoro nei giorni in cui le commissioni sono andate deserte. Ci sono diverse scuole di pensiero, da verificare giurisprudenzialmente come muoverci”.

Intanto sta prendendo largo l’ipotesi che non ci sia per questo tipo di situazioni alcuna prescrizione, come invece si era pensato inizialmente. Ciò significa che il Comune può andare a recuperare anche le somme pregresse, cioè da quando è stato evidenziato l’abuso. Parliamo dunque dal 2009 ad oggi. Intanto è stata completata la prima parte del lavoro dagli uffici che hanno ricostruito gettone per gettone tutti quelli che negli ultimi 5 anni sarebbero stati liquidati ingiustamente.

Viene fuori un testa a testa tra due consiglieri: Giuseppe Barbici, presidente della III commissione consiliare riconfermato anche in questa legislatura e dunque ancora in  carica, conta 166 gettoni seguito a strettissimo contatto da Andrea Prussiano, consigliere invece nella passata legislatura e che è stato anche se a intermittenza anche lui presidnete di commissione che invece si ferma a 164 gettoni incassati e non dovuti.

Sono diversi i consiglieri che hanno superato le tre cifre, quindi vanno oltre i 100 gettoni liquidati non dovuti: figurano nell’ordine Totò Governanti con 139, Pietro Sollena con 120 e Maria Grazia Motisi con 102. Fanalino di coda in rapporto tra presenze e gettoni incassati per sedute a vuoto spetta a Gianluca Ricupati: a fronte di 171 presenze solo 11 volte le sedute in cui era presente sono andate a vuoto per mancanza del numero legale.

Ciò che emerge più complessivamente è sicuramente l’alto tasso di sedute in cui a Partinico, tra consigli e commissioni, non si è raggiunto il numero legale: mediamente quasi una seduta su tre è saltata, una cifra davvero enorme in proporzione. Che qualcosa non funzionasse nelle commissioni consiliari è risaputo da tempo: sospetto appare anche il frequente ricorso alle dimissioni dei vari presidenti.

Si vocifera che qualcuno abbia lasciato l’incarico perchè “pressato” da molti a convocare sedute ogni giorno, dal lunedì al venerdì. C’è però chi si tira fuori da quelle che ad oggi si manifestano solo come sospetti. Tra loro Gianfranco Lo Iacono, consigliere a cavallo tra la scorsa e l’attuale legislatura, il quale è stato anche protagonista nel 2015 di un accesso scontro con un componente della sua stessa commissione, con tanto di rissa sfiorata, per essersi lamentato dell’improduttività dell’organismo:

“Ho denunciato negli anni le troppe commissioni convocate addirittura senza alcun ordine del giorno – afferma – o ancora peggio senza aver concluso nulla. Voglio comunque precisare che a mio avviso nessuno di noi consiglieri va in commissione per accaparrarsi il gettone di presenza”. Ed effettivamente l’emolumento è di circa 30 euro lorde a prescindere dal numero di ore impiegate.

“I gettoni di presenza – rilancia la consigliera Giusi Di Capo – sono stati erroneamente riconosciuti ed erogati dagli uffici comunali ai consiglieri. Per quanto mi riguarda, pur non avendo alcuna responsabilità nell’errore, restituirò prontamente e senza esitazione le somme non dovute che mi verranno richieste, tra l’altro di entità veramente minima. Allo stesso tempo, dal punto di vista etico non mi sono mai posta il problema, perché sono sempre rimasta presente alle sedute di commissione fino a tarda ora, studiando i documenti all’ordine del giorno. Ho tolto ore di lavoro alla mia professione sempre con disponibilità e senso di responsabilità. Ricordo infine che resta urgente la modifica del regolamento del consiglio comunale, così da adeguarlo alla legge regionale ed evitare che in futuro si possano verificare simili situazioni”.