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Partinico, su gettonopoli l’alzata di scudi degli ex consiglieri: si parla di “malafede ed errori”

Consiglieri e soprattutto ex esponenti dell’assise di Partinico alzano gli scudi dopo le notizie filtrate in questi giorni sui circa 1.850 gettoni di presenza da restituire dal 2015 ad oggi sulla base di un errato conteggio degli uffici comunali.

Ad “alzare la voce” sono Totò Governanti (nella foto a sinistra) e Maria Grazia Motisi (a destra), che hanno rivestito la carica di consiglieri nella scorsa legislatura e che da un conteggio degli uffici sarebbero tra coloro che hanno incassato più gettoni non dovuti per sedute di commissione e consiglio andate deserte (139 Governanti e 102 la Motisi, ndr).

In una lettera scritta congiuntamente i due ex esponenti del consiglio, in passato anche assessori, parlano seppur genericamente, quindi senza mai puntare il dito su nessuno, di “macchina del fango”. Tra le loro tesi anche presunte “informazioni sensibili”, che invece tali non possono essere considerate dal momento che vige la legge sulla trasparenza che al contrario impone di rendere pubblici i costi della politica, le sedute e i vari verbali.

Secondo Motisi e Governanti ci sarebbe stata una “malafede” e degli “errori” nella divulgazione e conteggio dei gettoni ma si dicono sin da subito disponibili a restituire la somma eventualmente non dovuta dal municipio.

IL COMUNICATO INTEGRALE DI MARIA GRAZIA MOTISI E TOTO’ GOVERNANTI

Ci lascia sgomenti il tentativo di rivolgere “la macchina del fango” per diffondere le informazioni e i dati sensibili in maniera quantomeno strumentale ed inappropriata, in assenza del senso del rispetto alla persona e della correttezza istituzionale, soprattutto per tentare di colpire anche chi ha sempre svolto il proprio ruolo al mero servizio della collettività e nell’interesse del Comune, impiegando risorse personali  ed economiche proprie. Siamo al paradosso: i consiglieri comunali sono ‘accusati’ di essere presenti ai lavori delle commissioni e del consiglio comunale, così come normato da regolamento e statuto comunale, per  svolgere il mandato conferitogli dai cittadini, a seguito di elezioni democratiche, in quanto la legge prevede una irrisoria indennità di presenza, la cui quantificazione viene determinata in maniera errata dal Comune. Sembra una follia dialettica, ma accade anche questo nel nostro comune. Essere presente ai lavori delle commissioni e del consiglio comunale è un dovere dal consigliere comunale. Piuttosto che analizzare e rintracciare le reali cause del disastro economico e sociale del Comune di Partinico, si sposta l’attenzione probabilmente in mala fede, su argomenti che possono solo essere oggetto di facile strumentalizzazione, anche politica, specie per chi non ha altri argomenti o non ha capacità critica e obiettività. Per chi ignora la materia, le sedute di commissione consiliare sono previste a norma di regolamento e di statuto comunale in forma “permanente” e hanno come obiettivo quello di stimolare, indirizzare, ma soprattutto di “controllare” le amministrazioni comunali, sindaci, assessori e commissari. E’ facilmente comprensibile che questo ruolo di controllo ha sempre dato, nel corso del tempo, fastidio a qualcuno. Verificheremo se e da chi c’è stata malafede nella divulgazione dei dati sensibili e nel calcolo, presumibilmente errato, che il Comune ha effettuato nell’erogazione delle spettanze per legge, che sembrerebbe ammontare, secondo gli articoli di stampa, alla quota media di circa un euro al giorno (sottoposti a ulteriori oneri fiscali in sede di dichiarazione dei redditi); sperando che sia calcolato da persone più preparate in materia e stante la nostra naturale disponibilità a conguagliare il dovuto ove ne ricorrano i presupposti di legge. Ci auguriamo che queste energie istituzionali possano essere indirizzate a trovare soluzioni utili ai problemi di Partinico, che purtroppo sembra rimanere, ancora oggi, vittima del  qualunquismo politico e privo di contenuti.