Cronaca

Alcamo, finanziaria con tassi usurai: il tribunale condanna la società a restituire tutto

Quella finanziaria praticava tassi usurai. Arriva a cifre record che il proprio cliente ha continuato a corrispondere prima di rendersi conto dell’eccessiva percentuale. E quando se n’è accorto aveva già finito di pagare tutto quanto. Questo però non ha impedito che potesse fare causa e chiedere la restituzione di quanto pagato in eccesso.

Ed effettivamente la sua tesi, sostenuta dall’avvocato Angelo Gruppuso, ha retto davanti alla sezione civile del tribunale di Trapani. Protagonista di questa vicenda un alcamese che aveva acceso un prestito. Ora la società che aveva emesso quei tassi eccessivi è stata condannata a restituire al suo cliente 12 mila euro sulla base del ricorso che è stato presentato dal legale del foro di Trapani.

Ad emettere la sentenza il giudice Monica Stocco che ha stabilito la “natura usuraria del contratto di prestito con rimborso mediante cessione pro solvendo di quote della retribuzione mensile” stipulato dal cliente il 4 novembre 2008 per un totale di 120 rate mensili, quindi da dover restituire con interessi in dieci anni. Il tasso applicato a quel prestito è stato ritenuto in poche parole eccessivo e non rispondente ai criteri finanziari del mercato.

Motivo per il quale, il tribunale ha stabilito che “il contratto stipulato deve ritenersi gratuito” riconoscendo al cliente il rimborso di tutti gli interessi pagati nel corso del tempo, oltre alle spese legali. Per il giudice, la finanziaria in questione ha violato le disposizioni previste dalla legge 108 del 1996, in quanto “il contratto di prestito stipulato il 4 novembre 2008 ha un contenuto usurario in quanto il Teg (Tasso effettivo globale, ndc) pattuito superava già al momento della pattuizione il tasso soglia all’epoca vigente”.

È la Banca d’Italia che, ogni tre mesi, utilizza il Teg per determinare i tassi usurari, per calcolare i quali si utilizza il Tegm (Tasso Effettivo Globale Medio) che si ottiene dalla media dei tassi effettivi che vengono applicati sui finanziamenti, aumentandolo di un quarto.

“Sono molto soddisfatto della decisione del tribunale che ha accolto in pieno il nostro ricorso – sottolinea l’avvocato Gruppuso, specializzato in cause di questo tipo -. Come già stabilito dalla Cassazione, ai fini della valutazione dell’eventuale natura usuraria di un contratto di prestito o mutuo devono essere conteggiate anche le spese di assicurazione sostenute dal debitore per ottenere il credito. Il giudice ci ha dato ragione e ha condannato l’istituto di credito alla ripetizione in favore del mio cliente di oltre 12 mila euro, a titolo di interessi e oneri collegati all’operazione di credito indebitamente corrisposti alla finanziaria e per un prestito già concluso da circa un anno”.