Cronaca

Partinico, la memoria dimenticata e rispolverata del magistrato Giannola

Onore e merito al magistrato Antonio Giannola, di origini partinicesi e di cui Partinico porta i nome di una delle vie principali della città. Dopo un lungo iter il suo nome è stato inserito nell’elenco «Le rose spezzate» dell’Anm, l’associazione nazionale magistrati che raccoglie i nomi dei magistrati morti mentre svolgevano le loro funzioni di servizio.

Ora la targa che campeggia all’interno della Corte d’appello di Palermo sarà sostituita e sarà anche inserito il suo nome in quanto vittima della criminalità. Una targa che fu incisa nel 2015 e che ancora non riportava per l’appunto il nome di Giannola. Un magistrato che era caduto nel dimenticatoio e che nelle ultime settimane è tornato alla ribalta.

Infatti lo scorso 30 ottobre è stata piantumata in Israele una quercia in ricordo proprio del magistrato partinicese assassinato nel 1960 quando all’epoca era presidente del tribunale di Nicosia. All’iniziativa era presente il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini, in rappresentanza del Csm, che ha anche tenuto a battesimo la piantumazione di un secondo albero in memoria dei caduti dell’Arma dei carabinieri.

Una cerimonia alla quale erano presenti il consigliere Piercamillo Davigo, il generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, l’ambasciatore italiano in Israele Pierluigi Benedetti e rappresentanti del Fondo nazionale ebraico. Le querce sono state piantumate nella foresta presidenziale di Tsorà, nel bosco dedicato ai magistrati italiani assassinati dalle organizzazioni terroristiche e criminali.

Giannola venne barbaramente ucciso il 26 gennaio del ’60 mentre presiedeva un’udienza civile: ad ucciderlo un individuo armato, parte del giudizio, irritato per il rinvio disposto nella causa per il risarcimento dei danni che lo stesso aveva intentato. L’uomo era convinto che l’ambiente forense locale, ed il magistrato incaricato di decidere sulle istanze avanzate dallo stesso, gli fossero ostili. All’atto dell’arresto l’omicida asseriva di avere con quel gesto “ucciso la Giustizia”.

Giannola perse la vita a 29 anni: un anno dopo la morte il Consiglio Superiore della Magistratura conferiva il titolo onorifico di Consigliere di Corte di cassazione alla sua memoria. Ma da allora in poi alò il silenzio attorno a questo magistrato, persino dimenticato dalla sua Partinico che non ne ricorda mai le gesta e di cui per l’appunto rimane solo la via a lui intitolata come traccia materiale.

Dopo i primi anni a girovagare di tribunale in tribunale, il magistrato partinicese nel maggio 1951 viene assegnato alla Corte d’assise dove svolge la funzione di giudice a latere presso la prima sezione, dove si celebrano anche i processi alla banda Giuliano. In quegli anni difficili gli viene assegnata una scorta armata che lo accompagna, a piedi, in tutti i suoi spostamenti. Nel gennaio del 1955 viene nominato magistrato di Corte d’appello e destinato al Tribunale di Nicosia con funzioni di presidente. Venne ucciso 5 anni dopo.