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Partinico, l’omicidio di Ana Di Piazza. Nuove rivelazioni sulla gravidanza della donna

Colpo di scena attorno all’omicidio di Ana Di Piazza, la trentenne di Giardinello uccisa dal suo amante Antonino Borgia, imprenditore di 51 anni di Partinico. A venire fuori le testimonianze di un uomo e di sua figlia, Giuseppe e Michela Durante. I due hanno sostenuto che il figlio che Ana portava in grembo non fosse in realtà del suo assassino, come invece era emerso per bocca dello stesso omicida reo confesso.
LE DICHIARAZIONI DA QUARTO GRADO
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La vittima avrebbe invece rivelato a Michela che sarebbe rimasta incinta del padre di lei, con cui ha intrattenuto una relazione durata tre anni e che sarebbe finita proprio poco prima di sapere che fosse in gravidanza: “Sapevo che era incinta di mio padre” ha detto Michela. In lacrime Giuseppe Durante esterna anche qualche rimorso: “Io amavo Ana – ha rivelato – ma sapevo che prima o poi sarebbe finita per via della differenza d’età (lui ha 59 anni, ndc). Mi rivelò che il bambino che aveva in grembo era mio, le avevo già detto che mi sarei assunto le mie responsabilità. Non sono riuscito ad aiutarla eppure mi ero accorto che era diversa”.

Circostanza tutt’altro che secondaria dal momento che sino ad oggi si riteneva che il movente dell’omicidio, almeno sulla base delle confessioni rilasciate ai carabinieri dallo stesso Borgia, fosse il ricatto messo in atto dalla donna, che lo avrebbe minacciato di raccontare tutto alla sua famiglia. E lui, per paura di essere scoperto, avrebbe deciso di uccidere l’amante e di occultarne il cadavere.

Il racconto di alcuni testimoni, che hanno assistito alla colluttazione, e la velocità delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Partinico guidati da Marco Pisano hanno permesso di fare luce sull’omicidio nell’arco di poche ore. A Partinico, l’aria che si respira è molto tesa per il terribile episodio. Venerdì sera, durante il collegamento in diretta ad una trasmissione di Mediaset ai piedi della chiesa Madre, la moglie dell’assassino, Maria Cagnina, è stata apostrofata pesantemente da alcuni passanti che le hanno urlato  “Assassini!”.
VIDEO QUARTO GRADO: ASSASSINI
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L’aver dichiarato di non voler abbandonare il marito, nonostante il tragico fatto di cui si è macchiato, da tanti non è stato digerito, come espresso sui social: “L’uomo che ha ucciso quella povera ragazza – ha ribadito Maria Cagnina – non può essere stato il marito affettuoso che ho avuto accanto in questi 18 anni. Sono convinta che sia stato preso da un raptus, non so come e perchè. Io lo riaccoglierei in casa, di lui non avrei minimamente paura a lasciarlo con un coltello in  mano. Mio marito è un uomo molto fragile, non lo sto affatto compatendo ma sono sicura che non rifarebbe mai quel che ha fatto”.

Il Gip, in seguito all’interrogatorio di garanzia, ha ordinato il proseguo della custodia cautelare in carcere per l’assassino. Ovviamente in questa fase le indagini sono ancora in corso per chiarire altri aspetti. É stato un omicidio premeditato? Cosa ci faceva Borgia con un coltello e un seghetto dentro il furgone, poi utilizzati per uccidere Ana Di Piazza?

Il giudice per le indagini preliminari, tra i capi di imputazione a carico dell’uomo, ha anche aggiunto il “porto di armi od oggetti atti ad offendere” perchè “senza giustificato motivo portava, all’interno della sua autovettura, un coltello da cucina con lama a seghetto, strumento atto ad offendere”. Si potrebbe quindi pensare ad una premeditazione, ma la moglie di Borgia lo esclude: “Erano oggetti che sono sempre stati all’interno di quel furgone e utilizzati per aprire gli imballaggi”.

Maria Cagnina e i suoi due figli provano a farsi forza in questo drammatico momento: “Ho chiesto scusa alla famiglia di Ana – ribadisce – Andare dalla madre? Ma con quale coraggio potrei mai presentarmi ai suoi occhi? Anche noi siamo vittima, la nostra vita è finita. Se mio marito avesse parlato tutto questo non sarebbe successo. La gravidanza della ragazza sarebbe stata affrontata e il figlio sarebbe stato accolto nella nostra famiglia”.