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Partinico, arriva il terzo commissario: focus sulle “inadempienze” della presidente del consiglio

“Commissario parte terza” per il Comune di Partinico. Verificherà l’attuale situazione inerente alle segnalazioni inviate da numerosi consiglieri comunali all’assessorato regionale Enti locali inerente a presunte inadempienze istituzionali della presidente dell’assise Silvana Italiano. Ed anche in questo caso la Regione nomina Giuseppe Petralia, 57 anni, funzionario regionale direttivo con compiti di “Attività sostitutiva ed ispettiva”.

Lo stesso è stato infatti incaricato in qualità sempre di ispettore anche nel periodo in cui il Comune non aveva ancora approvato il bilancio e per la verifica a sua volta di presunte inadempienze del consiglio comunale su segnalazione dell’attuale commissario straordinario in carica in sostituzione dell’amministrazione comunale decaduta, Rosario Arena.

Per Petralia quindi il municipio partinicese sta diventando quasi casa. Nel frattempo si è chiusa la parentesi del bilancio perchè il commissario Arena prima e il consiglio successivamente hanno approvato la manovra che adesso attende l’ok definitivo da parte del ministero dell’Interno essendo il Comune in dissesto finanziario.

La verifica sul consiglio invece è ancora in corso, e dovrebbe concludersi nelle primissime settimane del 2020 oramai alle porte; per il funzionario si aggiunge questo lavoro ex novo che comporterà un focus sull’attività della presidente del consiglio, finita sotto i fuochi incrociati dell’opposizione e su cui incombe anche una mozione di sfiducia che dovrà essere votata prossimamente in consiglio.

Da mesi oramai si trascina questo scontro interno tra buona parte del consiglio e la presidente Italiano, con durissimi attacchi che in alcuni casi hanno anche sfociato oltre la dialettica politica. Dal suo canto la Italiano, eletta nel luglio del 2018 dopo una serie di diatribe interne alla maggioranza che non riusciva a trovare proprio sulla sua persona la quadra, ha sempre respinto le accuse di essere venute meno ai propri doveri istituzionali.

Un rapporto sempre teso: politicamente la presidente venne votata a denti stretti dalla sua stessa coalizione e dopo le dimissioni del sindaco Maurizio De Luca si è verificata un’implosione della coalizione. Una sorta di “liberi tutti” che ha fatto saltare ogni tipo di vincolo di appartenenza o fedeltà politica. L’istituto della sfiducia al presidente del consiglio è stato introdotto pochi giorni dal consiglio comunale in quanto il regolamento che ne regolava il funzionamento non lo prevedeva.

Nel testo sono state stabilite le modalità di questa sfiducia e cioè che deve essere firmata almeno da un terzo dei componenti per la sua discussione all’ordine del giorno; poi entro i 10 giorni successivi la seduta deve essere convocata e la decadenza dell’organo diventa esecutiva se raggiunge la maggioranza assoluta, quindi anche in questo caso i 13 voti favorevoli. Atto votato e approvato nonostante il parere contrario degli uffici che hanno evidenziato come la sfiducia possa essere inserita solo se prima si procede alla modifica dello statuto. Parliamo quindi di un provvedimento che è potenzialmente a rischio di impugnabilità.