Ambiente

Carini, randagismo: più controlli della polizia municipale sui microchip

Il Comune di Carini ha aderito all’appello della prefettura di Palermo per la stipula del protocollo d’intesa inerente alla recente istituzione del “fondo contrasto maltrattamento animali”. Si tratta di uno stanziamento straordinario previsto dal ministero dell’Interno che serve a finanziare attività extra per il contrasto al randagismo da parte dei Comuni.

La giunta guidata dal sindaco Giovì Monteleone ha deliberato di autorizzare la stipula del protocollo e di demandare al capo ripartizione degli uffici competente in materia tutti i necessari adempimenti. Specificatamente per Carini è stato previsto uno stanziamento di 319,28 euro: fondi che, come da piano prospettato dalla stessa prefettura, serviranno a finanziare attività di straordinario agli agenti di polizia municipale con lo specifico compito di controllo sull’applicazione del microchip ai cani.

A parte l’esiguità della somma ci sono altri vari aspetti legati a questo accordo che potrebbero portare benefici: a cominciare dalla possibilità che enti di volontariato riconosciuti in campo animalista, in particolare la Lav (lega antivivisezione) e l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) terranno dei corsi di formazione a titolo gratuito per il personale della polizia locale e anche supporto operativo, fornendo utili elementi di conoscenza in ragione dell’attività espletata.

Questo “fondo” è stato creato nel maggio scorso dal ministero dell’Interno con l’intento di affrontare il problema del randagismo in aree del Paese in cui il fenomeno “risulta in forte crescita creando allarme sociale e problemi di sicurezza pubblica”. A fronte di questi riscontri si è posta l’esigenza di mettere in campo ulteriori strumenti di prevenzione e controllo, valorizzando le funzioni di indirizzo e coordinamento che il Decreto ministero del 23 marzo 2007 demanda ai prefetti.

In quest’ottica si è ritenuto opportuno sostenere con un apposito finanziamento l’apporto che i Comuni sono in grado di assicurare, integrando i servizi finora svolti, nella realizzazione di un’adeguata sinergia istituzionale che veda il coinvolgimento di tutti i protagonisti del sistema e delle stesse comunità di riferimento.

La prefettura di Palermo si è subito mossa inviando al ministero il proprio “Piano d’azione”,  di durata semestrale, concertati con tutti gli enti e le amministrazioni interessate a contrasto degli illeciti. Le attività, secondo quanto stabilito, devono essere coordinate con i corpi di polizia municipale “in virtù della loro capillare presenza sul territorio e per la professionalità posseduta in ambito ambientale a livello locale”.

Questo fondo straordinario prende le mosse dal fondato sospetto degli “interessi della criminalità nel business legato alla gestione dei canili” a “situazioni molto precarie caratterizzate da ricoveri sovraffollati, carenti sotto il profilo delle condizioni igienico-sanitarie, dove gli animali patiscono un’alimentazione insufficiente o inadeguata ed altre gravi forme di violenza a causa di personaggi senza scrupoli che lucrano sulle convenzioni stipulate con i Comuni assicurandosi cospicui guadagni”.