Cronaca

Partinico, falsi invalidi: spunta il nome di Pino Lo Baido. “Soldi e sesso per certificati falsi”

Anche il nome illustre di Pino Lo Baido, 66 anni, ex consigliere e assessore al Comune di Partinico, tra gli indagati nell’ambito dell’operazione “Igea” della guardia di finanza che ha smascherato un presunto sistema di corruzione per attestare false invalidità.

Per Lo Baido addirittura erano stati chiesti gli arresti ma il Gip, Piergiorgio Morosini, ha rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare dei domiciliari. E’ stato quindi solo denunciato a piede libero insieme ad altre 27 persone tutte accusate di aver fatto parte di questo sistema corruttivo.

Per il medico partinicese sono stati ravvisati diversi reati, in quanto medico di famiglia e componente medico di categoria dell’associazione Ac-Anmic presso la commissione medica integrata invalidi civili dell’Asl.

Secondo l’accusa in concorso con uno degli arrestati, Antonio Randazzo, avrebbe simulato l’esistenza di gradi di invalidità nei confronti di una donna attraverso la produzione di un falso certificato medico telematico; per questo deve rispondere dell’accusa di falsità ideologica e addirittura “corruzione per un atto contrario ai doveri del proprio ufficio”.

Per quanto riguarda quest’ultimo capo d’accusa i finanzieri avrebbero ricostruito che Lo Baido avrebbe “favorito anche tramite false attestazioni le pratiche sponsorizzate da Randazzo”. In pratica avrebbe accettato “denaro ed utilità tra cui unaa prestazione sessuale”.

Il gip ha evidenziato, nel rigettare la richiesta di arresto di Lo Baido, che anzitutto riguardo al falso certificato in realtà ci sarebbe una seconda attestazione di un altro medico, non indagato, in cui si evince che effettivamente la donna avrebbe una invalidità accertata. Allo stesso modo per il giudice per le indagini preliminari dalle intercettazioni non ci sarebbe alcune certezza che ci fosse stato un patto corruttivo tra Randazzo, Lo Baido e la paziente che si presume dalle indagini dovesse essere favorita.