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Partinico, ispezione prefettizia al Comune. Il commissario: “Era tutto nell’aria”

Non si placa il muro contro muro tra il commissario straordinario Rosario Arena e il consiglio comunale. Nonostante sia in corso l’ispezione prefettizia per sospette infiltrazioni mafiose, la tensione tra le parti resta altissima. L’ultimo j’accuse è del commissario che senza mezzi termini addita il consiglio come la causa dei mali sul piano amministrativo da quando lui è in carica, dal giugno del 2019.

Arena, seppur senza confermare o smentire nulla, fa quasi intendere che questa ispezione non è casuale e potrebbe essere mirata specificatamente sull’assise: “Era tutto nell’aria – afferma -, avevo capito che continuando di questo passo qualcosa sarebbe accaduto. Non è possibile che un Comune in dissesto debba vivere giornate intere in una situazione di conflitto, di sabbie mobili. Se togliamo l’attività che mi riguarda, quindi le competenze legate a sindaco e giunta, poi tutto il resto dal punto di vista delle delibere del consiglio c’è stata una stasi pressocchè totale. Penso che sua eccellenza il prefetto per arrivare a questo provvedimento abbia raccolto degli elementi validi”.

Riferimenti abbastanza chiari ad alcune tra le più scottanti questioni che sono state affrontate dal civici consesso in questo due anni di legislatura: ad esempio ci sono volute ben 4 delibere al consiglio prima di approvare l’esternalizzazione della gestione della casa di riposo; ancora non si è riusciti invece a consegnare l’appalto per la pubblica illuminazione nonostante sia stato affidato oramai nel 2017 con regolare gara d’appalto attraverso l’ufficio regionale dell’Urega per la consistente somma di 15 milioni di euro.

Non sempre tutto è apparso così chiaro sui motivi di questi grandi ritardi e lentezze. “Sono contento di questa presa di posizione prefettizia – rincara la dose Arena -. Denota la presenza dello Stato che non si è mai dimenticato dei fatti di cronaca e amministrativi, e di tutto ciò che riguarda l’andamento della gestione del Comune di Partinico”.

L’ombra dei sospetti delle infiltrazioni mafiose non sembra aver calmato i bollenti spiriti di buona parte dell’assise che ancora continua a spingere affinchè in consiglio venga discussa la mozione di sfiducia presentata alla presidente del consiglio Silvana Italiano. La Italiano è vista come una stretta collaboratrice di Arena, da cui è partito il famoso caso di gettonopoli. Da qui è venuto fuori che dal 2009 ad oggi i consiglieri che si sono succeduti avrebbero incassato qualcosa come 11 mila gettoni non dovuti per sedute convocate ma mai aperte a causa della mancanza del numero legale.

Un “vaso di Pandora” scoperto proprio al suo arrivo da Arena, sin da subito inviso e a sua volta accusato e messo sotto “indagine” da un’apposita commissione consiliare per presunti rimborsi da lui incassati e non dovuti. L’ultimo scontro in questi giorni con il consigliere Toti Comito ad indossare una maglietta sarcastica in cui accusa la presidente Italiano di essere attaccata alla poltrona e all’indennità mensile: “Io attaccato alle poltrone? Sono un commissario, a maggio finisco il mio lavoro – replica Arena -. Un gesto del consigliere Comito che è il risultato di una satira disgustosa in cui emerge tutta la bassezza dell’autore”.