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Partinico, ispettori al Comune: focus sui tributi. Perchè nessuno ha tartassato gli evasori?

Lavoro a tamburo battente degli ispettori inviati dalla prefettura di Palermo per verificare eventuali infiltrazioni mafiose al Comune. Da indiscrezioni emerge che i tre alti ufficiali di carabinieri, polizia e guardia di finanza si stiano particolarmente concentrando sull’enorme buco finanziario che negli anni si è creato sul fronte del mancato introito dei tributi.

Dalla tassa sui rifiuti all’Ici, passando anche per la mancata riscossione dei canoni del mercato ortofrutticolo e del mercatino quindicinale: a Partinico praticamente si sarebbe curato poco l’aspetto degli incassi, con il triste epilogo della dichiarazione di dissesto finanziario nell’ottobre del 2018. Negligenza o possibili interessi nel non perseguire evasori e morosi? In questi giorni la triade di ispettori ha chiesto ulteriori integrazioni di documentazioni agli uffici della Ragioneria in particolare.

Intanto proprio in questi giorni il commissario straordinario del Comune Rosario Arena, con poteri di sindaco e giunta, ha inviato una comunicazione ufficiale a tutti i dipendenti comunali, oltre che ai responsabili di Settore e al segretario generale dell’ente Lucio Guarino proprio in materia di riscossione dei tributi. Ai vari Settori ha chiesto di conoscere la posizione di ogni singolo dipendente comunale relativamente al pagamento non solo dei tributi ma di qualsiasi altra eventuale pendenza di varia natura che ha contratto con l’ente locale.

“Qualora da questa verifica – precisa Arena – dovesse risultare una posizione debitoria nei confronti dell’ente, si provvederà ad effettuare le necessarie compensazioni laddove richieste o decurtazioni nei limiti previsti dalla legge sugli emolumenti”. In poche parole gli impiegati dal mese prossimo rischiano di vedersi decurtate le proprie buste paga in caso dovesse emergere una pendenza. A rischiare sono in tanti se si considera che già nei mesi scorsi il commissario aveva avviato una ricognizione di questo tipo e ciò che era emerso aveva lasciato non poche sorprese: sono stati all’incirca 120 i dipendenti che risultarono “positivi” a queste verifiche, cioè con debiti nei confronti del municipio, su un totale di 350 unità.

Da considerare che l’ultimo resoconto dei Revisori dei conti è stato impietoso sul fronte proprio della capacità di riscossione del Comune: 70 per cento di evasione della tassa sui rifiuti, riscossione del suolo pubblico scesa al 15 per cento, si ferma al 30 la riscossione della pubblicità solo per fare gli esempi più estremi. Il Comune deve quindi la sua situazione di deficit di liquidità proprio ai mancati introiti dei tributi.

Nei decenni, se così si può dire, nell’agenda politica delle varie amministrazioni comunali non c’è mai stato veramente un piano di rientro ed una seria lotta ai morosi. Da qui il frequente ricorso alle anticipazioni di tesoreria ogni anno per svariati milioni di euro, quindi un indebitamento attraverso la propria banca di fiducia con i conti sempre più in rosso.

Il risultato è stato quello di dichiarare il dissesto finanziario nell’ottobre del 2018, ratificato in consiglio comunale. Solo per il quinquennio, dal 2010 al 2015, fu accertato un mancato introito della Tari per circa 10 milioni di euro. Una vera pacchia per i furbetti che hanno continuato a non pagare, convinti (probabilmente a ragione) che nessuno li avrebbe cercati.