Enti locali

Alcamo, caso veterinario non pagato dal Comune. Attriti in consiglio, debito non riconosciuto

Niente riconoscimento del debito fuori bilancio per il caso del veterinario in convenzione che ha continuato senza contratto a svolgere attività per conto del Comune di Alcamo. Così ha deciso il consiglio comunale e a questo punto, secondo quanto recita il testo unico degli enti locali, il professionista se vorrà ottenere questi soldi dovrà rivalersi sui dipendenti comunali dell’ufficio che avrebbero commesso l’errore.

Si tratta di circa 14 mila euro, cifra che il veterinario nel 2017 richiese dopo aver lavorato per diversi mesi senza una copertura contrattuale, con la promessa degli uffici che si sarebbe regolarizzato tutto. Invece quella regolarizzazione non arrivò mai, anche perchè intervenne il segretario generale del municipio, Vito Bonanno, che rilevò il dovere di effettuare una rotazione per la scelta del medico, così come impongono le normative in materia.

Pare che dal 2012 al 2017 queste norme siano state disattese con continue proroghe sempre allo stesso profesisonista. Cosa che fece saltare il banco, nel senso che la proroga seppur promessa a voce, stando a quanto sostenuto dal veterinario, non fu mai più formalizzata. Su questa vicenda oltretutto della mancata rotazione ci sarebbe un’indagine della guardia di finanza, che ha sequestrato numerosi fascicoli in merito, e una procedura disciplinare in corso attivata al Comune a carico della dirigente della Direzione che all’epoca gestiva il settore, Anna Parrino.

La vicenda politica si è chiusa con non pochi strascichi: infatti la maggioranza rappresentata dal Movimento 5 Stelle si è spaccata. La consigliera Alessandra Cuscinà, nota animalista, è infatti uscita dall’aula dopo aver tentato di lanciare un appello affinchè il debito venisse riconosciuto, portando avanti la tesi di un formalismo di legge che finisce per causare la morte di animali perchè privi di assistenza.

L’opposizione in blocco ha stigmatizzato queste dichiarazioni: “In buona sostanza, – si legge – la ‘pasionaria animalista’ lascia trapelare il nefasto concetto che è compito dell’adunata consiliare riconoscere ‘giustizia’ a questo mondo, correggendo, con un voto contra legem, le incompetenze politiche mostrate, in questi quattro lunghi anni, dalla sua amministrazione e da lei”.