Cronaca

Partinico, funzionario regionale a processo per le mazzette dell’eolico

Inizierà la prossima settimana il processo a carico del partinicese Giacomo Causarano, 61 anni, funzionario della Regione, finito nell’indagine sui presunti casi di corruzione in cui sono coinvolti un altro collega dell’assessorato all’Energia.

Il tribunale di Palermo per entrambi in dipendenti regionali ha disposto il giudizio immediato. Si tratta del famoso caso Arata-Nicastri con contorno di corruzione negli uffici regionali per velocizzare le pratiche inerenti a progetti nell’ambito dell’energia alternativa.

Da una parte Vito e Manlio Nicastri, padre e figlio di Alcamo, da lungo tempo con le mani in pasta in business collegati all’energia rinnovabile. In particolare hanno fondato le loro fortune sull’affare dell’eolico, tanto da aver accumulato enormi ricchezze e ne sono testimonianza i sequestri milionari subiti. Dall’altra ci sono ancora padre e figlio, Paolo e Francesco Arata, il primo ex consulente per l’energia del ministro Matteo Salvini.

Causarano è stato sostanzialmente incastrato per effetto della collaborazione con gli inquirenti che ha intrapreso lo stesso Nicastri dopo l’arresto. Per il partinicese l’accusa in particolare sarebbe di corruzione: in qualità di funzionario all’assessorato all’Energia avrebbe in qualche modo agevolato le pratiche del gruppo Arata-Nicastri nell’ambito proprio di progetti legati all’energia rinnovabile.

Dall’indagine sarebbe venuta fuori anche una presunta mazzetta data al funzionario partinicese, camuffata sotto forma di pagamento di una prestazione professionale, per agevolare e velocizzare iter amministrativi di interesse del consulente della Lega e del suo socio occulto Nicastri. Sulla base delle indagini della Dia di Trapani e della Procura di Palermo in particolare Causarano avrebbe compiuto “singoli atti e comportamenti riconducibili al suo ufficio”, e tra gli altri informazioni sullo stato delle pratiche amministrative inerenti le istanze relative agli impianti di produzione di energia rinnovabile.

In generale per gli inquirenti Causarano sarebbe stato asservito “agli interessi delle società del gruppo Arata-Nicastri, in violazione dei propri doveri di imparzialità e correttezza”.