Cronaca

Terrasini, omicidio Paolo La Rosa: un testimone racconta tutto via whatsapp

Quando le nuove tecnologie posso anche aiutare le indagini. Ed è quello che è successo per svelare l’omicidio di Paolo La Rosa (nella foto a destra), il 20enne di Cinisi ucciso con diverse coltellate alla gola e al ventre dal coetaneo e concittadino Pietro Alberto Mulè (a sinistra) davanti ad un disco pub nel centro storico terrasinese domenica notte. A circolare nella messaggistica tre diversi audio che sono stati pubblicati da un testimone che quella notte ha visto tutto.

Confidandosi con qualcuno ha raccontato tutto, per filo e per segno, facendo una cronaca momento per momento di quanto accaduto quella tragica notte. Quello che doveva essere un messaggio provato ha finito con il diffondersi da telefono a telefono sino ad arrivare ai carabinieri.

Le risultanze investigative in parte si sono avvalse anche di questo strumento: ovviamente gli inquirenti hanno fatto i dovuti riscontri investigativi con altri elementi di prova, quindi testimoni, telecamere di videosorveglianza e indagini con metodi tradizionali sino a far collimare l’intero quadro probatorio. Questo testimone, esibendo un dialetto molto spinto, racconta nel messaggio vocale la ferocia con la quale Pietro Alberto Mulè si è scagliato contro il povero Paolo:

“Per una cretinata, per una minchiata a sangue freddo non ci ha pensato manco una volta. Lo avevo detto e lo ha fatto: ‘statesra chi mi rompe la min… avrà la gola tagliata’. Gli ho detto ‘Alberto finiscila’, e invece Alberto si è inguaiato. Ho visto Paolo morirmi davanti agli occhi. Aveva tutte le viscere di fuori, la gola tagliata, tutto pieno di sangue, incredibile io non dormo più”. In un secondo audio questo testimone racconta anche come sarebbe nata la discussione. Filippo Mulè, cugino di Alberto con cui era insieme quella sera, avrebbe avuto una discussione con il buttafuori del locale.

Addirittura Paolo la Rosa a fine serata si è prodigato per far stringere ai due la mano. Poi però, come racconta il testimone, hanno cominciato a battibeccare la stessa vittima e Filippo Mulè per ragioni non chiare. A quel punto si sarebbe intromesso Pietro Alberto Mulè, una parola tira l’altra ed è cominciata la colluttazione con Paolo.

I due sono rotolati a terra e poi è accaduto l’inponderabile: “Alberto si è liberato – racconta sempre il testimone -, ha uscito il coltello e che gli ha preso non lo so. Ha tagliato la gola a Paolo e gli ha sferrato varie coltellate alla pancia”.