Cronaca

Alcamo, corruzione: chiesti 20 rinvii a giudizio, per Turano archiviazione

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e 20 gli indagati nell’ambito dell’operazione “Palude”, scattata tra Alcamo e Castellammare del Golfo nel novembre del 2018 sfociata nell’arresto del capo del genio civile di Trapani, l’alcamese Giuseppe Pirrello. Ad essere venuto alla luce un sistema fatto di corruzione tra burocrati e imprenditori con accuse a vario titolo che vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, al falso materiale ed ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.

Venti gli indagati, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, che dovranno comparire davanti al Gip il prossimo 24 marzo per l’eventuale decisione del loro rinvio a giudizio. Per altri 10 invece è arrivata l’archiviazione, e tra questi figura il nome dell’alcamese Mimmo Turano, attualmente assessore regionale. I presunti reati contestati intercorrono nel periodo compreso tra maggio 2016 e maggio 2017, quando Turano all’epoca era deputato regionale (fu nominato assessore nel novembre del 2017).

Inizialmente le accuse mosse dalla Procura sostennero che Pirrello e Turano si sarebbero messi a disposizione l’uno per l’altro, ognuno per il proprio ruolo ricoperto da funzionario e politico, facendosi vicendevolmente dei favori e quindi abusando della posizione che avevano. Evidentemente per l’assessore regionale le indagini effettuate non hanno portato a prove evidenti ed infatti è arrivata l’archiviazione.

Un’operazione che poi è sfociata in due distinti procedimenti: in un altro figura Simone Cusumano, ex dirigente del Comune di Castellammare del Golfo. Pirrello e Cusumano, secondo la Procura, avrebbero sfruttato la loro posizione all’interno dei rispettivi uffici pubblici per agevolare alcuni imprenditori in cambio di favori abbastanza sostanziosi. Tutto comunque sarebbe partito da Pirrello, su cui inizialmente si erano concentrate le indagini e tra una conversazione e l’altra è finito anche Cusumano, da tempo immemorabile a capo degli uffici dei Lavori pubblici al municipio castellammarese.

Pirrello, secondo l’accusa, avrebbe agevolato le pratiche che finivano al Genio civile e che passavano attraverso l’ufficio privato del figlio, con studio di geometra ad Alcamo. Dalle intercettazioni è uscito anche il nome di Simone Cusumano e da un focus dei finanzieri è emerso che avrebbe sistematicamente agevolato due noti imprenditori titolari di altrettante società di costruzione, di estrazione di pietre e di coltivazione, attraverso l’assegnazione di appalti pubblici e l’affidamento diretto di lavori pubblici in somma urgenza, in violazione della normativa in materia di Codice degli Appalti e dei Lavori Pubblici.

In cambio, sostengono gli inquirenti, al dirigente castellammarese e alla moglie sarebbe stata concessa gratuitamente una porzione di terreno di proprietà di una delle due società riconducibili a questi imprenditori per consentirvi l’installazione di due campi eolici per la produzione di energia elettrica.