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Partinico, pochi iscritti: l’asilo nido non riapre più, il Comune interrompe le procedure

Troppi pochi potenziali iscritti ed a Partinico tramonta definitivamente la possibilità della riapertura dell’asilo nido. Il Comune si è arreso di fronte all’evidenza dell’oramai scarso interesse della cittadinanza al servizio.

Annullata ogni procedura di gara che era stata già avviata: restano sbarrati i cancelli dell’immobile di via Ungaretti e lo saranno anche quando sarà superata l’attuale emergenza legata al coronavirus. Sfuma quindi, almeno per il momento, la possibilità di poter rivedere l’asilo nido di via Ungaretti riaprire dopo la chiusura stabilita nel 2017 per le note difficoltà finanziare del municipio che l’anno dopo venne dichiarato in dissesto finanziario.

In questo caso la riapertura sarebbe stata possibile grazie ad un contributo della Regione che era stato agganciato dalla precedente amministrazione del sindaco Maurizio De Luca. Da verificare ora se il Comune riuscirà ad ottenere qualche deroga dal momento che il finanziamento si sarebbe dovuto spendere entro il 30 giugno prossimo, termine che ovviamente non potrà a questo punto essere rispettato.

Gli uffici dei Servizi alla Persona, con determina della responsabile del procedimento Agata Gaglio, hanno stabilito di revocare “in autotutela tutte le determinazioni dirigenziali e gli atti connessi e conseguenti”, comprese le fasi di procedura di gara per la fornitura di personale e generi alimentari. “Si prende atto del mutamento di fatto avvenuto in netta diminuzione del numero di conferme di iscrizioni dei minori e quindi il costo di affidamento del servizio – specifica Agata Gaglio – contrasta con i principi di economicità, efficacia ed efficienza che costituiscono corollario del canone di buon andamento dell’azione amministrativa”.

In poche parole troppe pochi iscrizioni, rispetto alle prenotazioni che erano state fatte lo scorso anno, che non andrebbero a giustificare l’impegno finanziario. Sino a due anni fa gli asili nido a Partinico erano due ma sono stati entrambi chiusi in seguito alla dichiarazione di dissesto finanziario del Comune. Un servizio a domanda individuale non obbligatorio che a fronte di notevoli spese aveva pochi introiti, e per questo fu deciso di procedere al taglio.