Si sblocca l’iter per arrivare alla riqualificazione del bene confiscato di via Re Federico II. Il Comune di Alcamo ha rivisto l’appalto per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, necessario per poter arrivare alla progettazione esecutiva e liberare le risorse già stanziate sull’Asse 3 ‘Azione 3.1.1’ del Programma Operativo Nazionale “Legalità” 2014-2020.
Un passaggio che si è reso necessario per aggiornare il compenso professionale relativo proprio ai servizi di ingegneria e architettura comprendenti, oltre alla progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, coordinamento della sicurezza e attestato di certificazione energetica, anche i servizi di certificazione prevenzione incendi, accatastamento e agibilità.
Per questo servizio è stato stabilito di stanziare la cifra di 86.914,25 euro, oltre oneri ed iva, con procedura di aggiudicazione aperta tramite il mercato della pubblica amministrazione. La progettazione deve mirare a garantire i lavori di manutenzione straordinaria per la riqualificazione energetica dell’immobile di via Federico II, per quanto concerne il I° stralcio. Il Comune ha ottenuto il disco verde per questo finanziamento nell’aprile del 2019 che rientra nell’ultima tranche di strutture confiscate e concesse nel 2017 dalla prefettura di Trapani al patrimonio indisponibile del municipio alcamese.
Le 800 mila euro stanziate serviranno non solo a completare le opere murarie ma anche per la riqualificazione energetica dell’immobile stesso, quindi infissi di ultima generazione e impianto fotovoltaico per l’autoalimentazione con l’incameramento di energia solare. La struttura in questione si trova a pochi passi da piazza Bagolino ed è destinata a diventare un centro per l’assistenza a minori.
“Stiamo ottenendo finanziamenti per tutti i beni confiscati ed acquisiti dalla nostra amministrazione – ha avuto modo già di evidenziare già in passato il sindaco Domenico Surdi -. Questo bene di via Federico II si aggiunge, infatti, a quello che servirà per ristrutturare una villetta ad Alcamo Marina. Il finanziamento appena ottenuto servirà per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione energetica dell’immobile confiscato alla mafia di via Re Federico II, per adibirlo a struttura e centro servizi per soggetti vulnerabili a rischio devianza”.
Da considerare che questa misura di finanziamento destinava circa 18 milioni di euro ai Comuni siciliani per il recupero di immobili confiscati alla mafia e la municipalità alcamese è stata l’unica della provincia ad essere stata finanziata. Si tratta di una palazzina a tre piani con annesso garage e spazi verdi tuttora in condizioni di abbandono e degrado, per complessivi 400 metri quadrati.
Il progetto preliminare è stato redatto dai tecnici comunali, l’ingegnere Anna Parrino, e dal geometra Nunzio Bastone. L’immobile è stato strappato dalle mani dell’imprenditore e re dell’eolico Vito Nicastri, nato come semplice elettricista e divenuto in poco tempo un vero e proprio leader nel settore edilizio e non solo.
Finito al cento di diverse inchieste, la sua figura è stata spesso accostata a quella del superlatitante Matteo Messina Denaro che l’avrebbe protetto e autorizzato nella sua ascesa imprenditoriale. L’immobile di via Federico II è solo uno dei tanti beni tolti a Nicastri: qui sarebbe dovuta sorgere la sua mega villa, l’ultima dimora. La ristrutturazione è stata lasciata a metà dallo stesso imprenditore, a cui lo Stato ha già strappato diversi beni per restituirli alla collettività.