Sanita'

Partinico, Asp 6 garantisce al senatore: “Ospedale tornerà come prima e anche meglio”

I reparti dell’ospedale di Partinico saranno riattivati solo quando sarà cessata l’emergenza coronavirus. E alla cittadinanza sarà consegnata una struttura con nuove apparecchiature, potenziata quindi sotto l’aspetto dell’assistenza sanitaria. Il direttore generale dell’Asp 6 di Palermo, Daniela Faraoni, torna a ribadire l’impegno ma esclude che la riconversione possa avvenire prima della cessazione della pandemia.

Parole contenute nella missiva inviata ad una sollecitazione del senatore partinicese Franco Mollame che in questi giorni ha anche effettuato un sopralluogo al nosocomio partinicese interloquendo con personale medico e paramedico in servizio. La numero uno dell’azienda sanitaria palermitana è quindi tornata su quello che è diventato un tema caldissimo a Partinico, dove si teme che l’ospedale trasformato nella sola trattazione di pazienti affetti da covid-19 possa non essere più ripristinato  ai suoi livelli pre-emergenziali.

Ipotesi che è stata ancora una volta smentita: “Dopo la fine di questa emergenza nazionale – evidenzia la Faraoni – il presidio ospedaliero di Partinico verrà con la stessa tempestività riassegnato alle sue funzioni ordinarie. Esaurito lo stato emergenziale, il nosocomio si ritroverà dotato di nuove strutture come le terapie intensive e sub intensive che si stanno approntando, di cui prima era sfornito, oltre a poter fruire di apparecchiature sanitarie e riqualificazione degli ambienti, che daranno al presidio una dimensione molto più complessa ed importante nel quadro dell’organizzazione sanitaria regionale”.

Il senatore ha comunque insistito quantomeno sulla possibilità che possano essere riattivato sin da subito alcuni dei reparti più importanti, come il pronto soccorso, la chirurgia, ginecologia, ostetricia e pediatria, in funzione anche del numero sempre più basso di pazienti ricoverati. Ma anche rispetto a tale input il direttore dell’Asp 6 chiude le porte:

“Sarebbe delittuoso – rilancia la Faraoni – mantenere un pronto soccorso aperto a tutti i pazienti, i quali sarebbero poi costretti ad essere trasferiti in altre strutture sanitarie, imponendo dunque un ulteriore impegno di tempo per gli interventi in emergenza. Ancor più grave risulterebbe la commistione, all’interno dello stesso ospedale, dei pazienti non infetti dal covid con pazienti infetti dal suddetto virus”.