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Partinico, fronte comune neanche sulla legalità: tre manifestazioni, fragilità preoccupante

Neanche il ricordo della strage di Capaci e di tutte le vittime della mafia riesce a far superare a Partinico le profondi divisioni politiche e sociali che oramai da tempo si respirano e soprattutto si vivono. Questa mattina, nel giorno del 28° anniversario della morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie e degli uomini di scorta, si è dovuto assistere addirittura a tre diverse manifestazioni, nello spazio temporale di mezz’ora ciascuna l’una dall’altra.

Uno smacco che il mondo delle istituzioni e dell’associazionismo neanche oggi siano riusciti nell’intento di riunirsi sotto l’unico vessillo e l’unico messaggio possibile, vale a dire l’affermazione della legalità e la lotta al malaffare. Un’onta che assume un contorno ancor più preoccupante per Partinico che una volta di più dimostra di non saper fare quadrato nei momenti che contano, e per di più su un tema così delicato.

Una città che ha pesantemente pagato il suo tributo di sangue, con le strade bagnate di sangue specie a cavallo tra gli anni ’60 e ’90 per le diverse faide che si sono manifestate tra le famiglie mafiose alla ricerca della loro egemonia sul territorio. Oggi il segnale dato alla comunità è stato pessimo, ancor di più se si considera che al momento il Comune è sotto i riflettori di prefettura e ministero dell’Interno di cui si aspetta il pronunciamento su un eventuale scioglimento per sospette infiltrazioni mafiose.

Tutti gli eventi si sono racchiusi su villa “Falcone”: prima 8 consiglieri comunali si sono ritrovati attorno alla stele in memoria di Giovanni Falcone, mezz’ora dopo è stata la volta dell’iniziativa organizzata dall’associazione “La via dei mulini” con al seguito altri consiglieri ed esponenti politici; infine alle 11,30 sono comparsi la presidente del consiglio Silvana Italiano, il senatore partinicese Franco Mollame e qualche altro consigliere.

Un unico messaggio da parte di tutti, che però sembra quasi liquefarsi nella sua credibilità di fronte a questa grottesca divisione che non può mai essere tollerabile nel ricordo del sacrificio di chi ha perso la vita per combattere Cosa nostra. L’aria tesa si respira soprattutto al palazzo di città ma questa volta politica e istituzioni avrebbero dovuto dare un segnale di compattezza. Perchè chi oggi è dall’altra parte della barricata, cioè quella del malaffare, osserva e prende appunti. Soprattutto si rende conto della potenziale permeabilità e della fragilità di chi invece dovrebbe essere una barriera a difesa delle istituzioni.