Cronaca

Castellammare del Golfo, si apre appello per la “casa degli orrori”: chieste conferme condanne

Aperto il processo d’appello per la casa degli orrori di Castellammare del Golfo sui maltrattamenti agli anziani consumati nella comunità alloggio “Rosanna”. La Procura generale di Palermo, che rappresenta l’accusa, ha chiesto la conferma integrale delle condanne di primo grado dei tre imputati che hanno scelto il rito ordinario: quindi 9 anni a testa per Matteo Cerni, 69 anni di Castellammare del Golfo, e Antonietta Marianna Rizzo, 34 anni di Alcamo, e 7 anni invece per Anna Maria Bosco, 48 anni, anche lei castellammarese.

Nell’udienza di ieri oltre all’accusa sono state anche sentite le diverse parti civili, tra cui compare anche il Comune di Castellammare del Golfo. Prossima udienza convocata per il 25 giugno, giorno in cui saranno sentite le difese degli imputati e potrebbe anche essere emessa la sentenza. E’ ipotizzabile che allo stesso modo la difesa, rappresentata dagli avvocati Aurelio Cacciapalle, Antonino Gucciardo e Domenico Amoroso, sosterrà come fatto durante il dibattimento in primo grado l’insussistenza dell’accusa del reato di tortura.

Le accuse riconosciute ai tre imputati di questo dibattimento sono di sequestro di persona, maltrattamenti e per l’appunto tortura. L’indagine fu portata avanti dai carabinieri e culminò nel 2017 con l’accertamento di violenze all’interno della comunità a cui erano costretti i 14 anziani ricoverati. Bosco, Cerni e Rizzo sono stati inchiodati dalle telecamere e dalle cimici piazzate dai militari dell’Arma all’interno della comunità-alloggio che sorge in via Segesta.

Indagini portate avanti con metodi tradizionali dal momento che dall’interno della stessa struttura non è mai trapelato nulla per il clima di terrore che si era instaurato. Infatti gli imputati avrebbero fatto ricorso spesso alle minacce per evitare che gli anziani potessero dire qualcosa ai parenti. Anzi, quando questi si ribellavano venivano per l’appunto sottoposti ad angherie anche peggiori.

Tra gli episodi più terribili che sono stati raccontati dal Gip quello che un’anziana veniva schiaffeggiata e derisa perché con problemi di incontinenza e sporcava continuamente il pannolone; oppure ad un altro degente veniva fatto pulire con il corpo la saliva che accidentalmente perdeva dalla bocca e finiva sul pavimento. Una quarta imputata, Rosanna Galatioto, castellammarese di 49 anni, gestore della comunità alloggio, ha scelto l’abbreviato e già è stata condannata a 6 anni di reclusione più altri 3 di sorveglianza speciale.