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Due partinicesi “firmano” creazione di innovativo thermoscanner per intercettare il coronavirus

Porta la firma anche di due partinicesi l’innovativo progetto di ricerca che ha permesso di realizzare uno strumento che può intercettare soggetti affetti dal coronavirus a distanza di 25 metri e in qualsiasi ambiente,  al chiuso o anche all’aperto. Si tratta degli avvocati Ennio Cipolla (nella foto a sinistra), rappresentante per l’Italia della Jp Partners, e di Massimo Lupo, legale della Tairs worldwide ltd. La prima sociuetà è proprietaria della seconda che materialmente si occupa di servizi per compagnie aeree e hotels e di assistenza per lo sviluppo del turismo globale. Ed è quest’ultima ad aver portato avanti il progetto avvalendosi dell’università anglocattolica “San Paolo Apostolo”.

Ad essere ideato in buona sostanza un vero e proprio thermoscanner manuale con la differenza che ha uno spettro molto più ampio e profondo nell’intercettare il virus. Il suo funzionamento si basa sulla biorisonanza, una tecnologia di medicina quantistica. Ogni cellula e tessuto ha una propria frequenza, tutto il disequilibrio dell’organismo si traduce in un cambiamento del valore delle frequenze. Ed è qui che il “Covid scanner 19” entra in azione: raccoglie e rileva queste informazioni e in tempo reale segnala il soggetto potenzialmente infetto.

Ad aver messo il sigillo qualitativo sull’apparecchio il rinomato centro studi e ricerca UniSanPaolo, l’università internazionale che lavora nell’ambito della ricerca scientifica riconosciuta dalla Commissione Europea e dal ministero dell’Istruzione e ricerca. In questo thermoscanner la biorisonanza è un punto focale del suo funzionamento: agisce direttamente sulle frequenze cellulari, che permettono all’operatore che ha in uso l’apparecchio di notare le “perturbazioni energetiche” prima che siano fisicamente percepibili. Il principio è fondato sul fatto che il corpo umano è composto prevalentemente d’acqua (tra 70% e l’85%), in quest’ottica quindi la persona è “energeticamente sensibile”, essendo l’acqua un buon conduttore d’energia.

“L’obiettivo di questo progetto – afferma Attilio Perna (nella foto a destra), chairman di Jp Partners Americana – è la rilevazione immediata di soggetti positivi attraverso la percezione elettromagnetica delle cellule virali covid-19 e le loro successive mutazioni per prevenire la diffusione della pandemia”. La ricerca si è basata sul fatto che, come dimostrato, il solo rilevamento della temperatura corporea non è molto efficace con soggetti asintomatici e i tamponi chimici impiegano giorni per fornire risultati affidabili.

Questo strumento di rilevamento funziona in remoto e fino a 25 metri, senza entrare in contatto con il soggetto e senza analisi biochimiche. “La tecnica della biorisonanza – aggiunge Ennio Cipolla – si basa sul meccanismo del biofeedback e utilizza i segnali elettromagnetici emessi naturalmente dal corpo, al fine di generare un trattamento di frequenza”.

Alla base della ricerca dell’università “San Paolo” i risultati della rilevazione dell’apparecchio sono considerati “sicuri” ed ha anche delle personali caratteristiche assolutamente positive: non è invasivo, emette i risultati in pochi secondi anche con tracce minime, i dati sono affidabili e oggettivi, non è richiesto alcun campione e non vi è nessun contatto con il soggetto.