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Partinico, controlli a campione sulle famiglie che hanno percepito i buoni spesa

Scattano controlli a campione per i beneficiari dei buoni spesa che sono stati elargiti dal Comune di Partinico e finanziati dalla Regione Siciliana. Al vaglio la posizione di 50 dei 502 nuclei familiari che hanno ricevuto il ticket attraverso il quale è stato possibile acquistare beni dei prima necessità durante il periodo dell’emergenza coronavirus, che ha comportato il blocco di numerose attività lavorative mettendo in crisi quindi la maggior parte delle famiglie partinicesi.

I nominativi e i relativi importi liquidati sono stati trasmessi all’Inps, l’istituto nazionale di previdenza sociale, ed all’Agenzia delle entrate che adesso avranno il compito, ognuno per le proprie competenze, di verificare la veridicità delle autocertificazioni che sono state prodotte dai richiedenti. I 50 nominativi sono stati estratti a sorte a conclusione di un sorteggio pubblico che si è svolto al Palazzo del Carmine, da un’apposita commissione composta dal sostituto responsabile del Settore dei Servizi sociali, Nadia Vitale, e dai dipendenti Grazia Enia e Agata Gaglio.

Questa verifica è frutto di una precedente determina dirigenziale dello scorso 19 giugno in cui per l’appunto era stato deciso di procedere ad un’analisi a campione del 10 per cento delle istanze ammesse al beneficio dei buoni spesa, finanziati dal governo regionale con una somma di 191 mila euro. Le domande sono state sorteggiate tenendo conto del numero di protocollo generale attribuito in fase di presentazione della domanda stessa.

C’è da evidenziare che già il Comune aveva notato dei “sospetti” in fase di istruttoria e distribuzione dei ticket, tanto da avere “congelato” ad un certo punto all’incirca un centinaio di pratiche ritenute quantomeno sospette. Gli uffici dei Servizi sociali, guidati dal capo settore Armando Piscitello, avevano messo “ai box” queste istanze (per l’esattezza 97, ndc) e avviato delle verifiche preventive anzitutto con la polizia municipale. In alcuni casi ci sono state domande scovate con più componenti familiari di quelli che effettivamente risultavano nello stato di famiglia.

Ovviamente più alto è il numero di componenti, più cospicuo era il buono spesa che prevedeva un tetto massimo di 400 euro. La verifica posta in essere era stata fatta anzitutto per capire se ci fosse stato un errore nella compilazione oppure dolo. Il commissario straordinario con i poteri di sindaco e giunta, Rosario Arena, aveva evidenziato rispetto a questi controlli preventivi che si erano resi necessari per questi “errori” emersi “non allineati con le banche dati in possesso del municipio”.

Ecco perchè in via bonaria le famiglie erano state invitate a riformulare le istanze, chiedendo spiegazioni di questi numeri non corrispondenti. Da evidenziare che i buoni sono stati elargiti sulla base di autocertificazione e dunque in caso di informazioni mendaci si rischia una denuncia all’autorità giudiziaria, oltre che l’eventuale restituzione della somma indebitamente percepita qualora fosse accertato il reato.