Cronaca

Borgetto, assolto in appello dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della figlia

Ribaltata in appello la sentenza di primo grado: assolto un uomo di 54 anni di Borgetto dall’infamante accusa di aver abusato della propria figlia di appena 9 anni. La terza sezione della corte d’appello di Palermo ha revocato la condanna inflitta a 6 anni e mezzo e anche la provvisionale per il risarcimento danni riconosciuto. La formula dell’assoluzione è “il fatto non sussiste”.

Le motivazioni saranno depositate entro i prossimi 90 giorni e serviranno a chiarire ogni aspetto che ha portato il collegio giudicante ad assolvere l’imputato. Una vicenda maturata nel 2016, quando l’allora moglie del presunto orco sporgeva denuncia per maltrattamenti e violenza sessuale alla stazione della caserma dei carabinieri di Borgetto. Ai militari la donna sostenne di essere stata ripetutamente vittima di aggressioni da parte del coniuge, e addirittura sostenne che la figlia fosse stata palpata nelle parti intime.

Di questi presunti approcci, secondo quanto emerso nel corso del processo, la donna ne era venuta a conoscenza nel 2015. La figlia, oggi appena maggiorenne, avrebbe cominciato a subire le prime attenzioni già all’età di 8-9 anni e che si sarebbero protratte sino ai 13. Sulla base della ricostruzione dei fatti, madre e figlia evidenziarono il loro stato di ansia e preoccupazione.

Ed in particolare la ragazzina sarebbe anche andata a finire da un neuropsichiatra per i disturbi che stava cominciando a manifestare. Storia che veniva fuori comunque nel contesto di una vita familiare ad altissima tensione: infatti il rapporto tra marito e moglie pare che da tempo fosse già logoro, condito specie dalle scenate di gelosia della donna per i continui sospetti di presunte relazioni extraconiugali del merito; al contrario l’imputato è stato dipinto come un marito e padre e assente, sia per motivi lavorativi ma anche per coltivare i propri hobby.

Una serie di accuse reciproche che hanno finito per interrompere del tutto ogni tipo di relazione. Per quanto concerne poi le palpazioni, vari episodi sarebbero avvenuti nel letto matrimoniale in cui il 54enne dormiva con la figlia quando la moglie era assente per motivi lavorativi. La ragazzina ha raccontato di essere stata toccata e anche penetrata con le dita dal padre nelle sue parti intime.

L’uomo ha sempre negato non solo i maltrattamenti ma anche le palpazioni; in particolare sarebbe emerso come la figlia soffrisse di un disturbo che l’avrebbe portata sino ai 12-13 anni a farsi la pipì addosso: quelle che sono state definite palpazioni altro non erano che “controlli” per verificare se di notte la ragazzina avesse urinato e che quindi tale gesto fosse stato “frainteso”. Da evidenziare che già in primo grado erano cadute le accuse di maltrattamenti; ora in appello viene meno anche l’accusa di violenza sessuale.