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Castellammare del Golfo, in consiglio la maggioranza fa quadrato sul sindaco indagato

“Fiducia al sindaco Nicolò Rizzo, affinché possa continuare la sua attività amministrativa intrapresa dal giugno 2018, auspicando nel contempo che possa chiarire nel più breve tempo possibile la sua posizione in sede giudiziaria”. É la sintesi dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Castellammare del Golfo  riunitosi ieri sera in seduta straordinaria urgente per discutere dell’operazione antimafia “Cutrara” e dell’indagine coperta da segreto istruttorio per la quale il sindaco Nicolò Rizzo è stato raggiunto da un avviso di garanzia.

Dei 16 componenti del consiglio comunale presieduto da Mario di Filippi, l’ordine del giorno è stato votato favorevolmente da 10 consiglieri di maggioranza (assente il consigliere Calogero Drago), contrari i 4 consiglieri comunali del gruppo di minoranza Castellammare 2.0, astenuto il consigliere indipendente Antonino Mistretta.

L’ordine del giorno proposto dai capigruppo di “Oltre” Brigida Di Simone e di Forza Italia Bernardo Stabile esprime “piena ed incondizionata fiducia alla magistratura, nonché plauso e sostegno alle forze dell’ordine, in questo caso all’arma dei carabinieri, che con il loro operato hanno portato e continuano a portare azioni di controllo, prevenzione e contrasto alla criminalità, contribuendo alla nostra sicurezza pubblica” invitando il consiglio comunale “ad affrontare l’aspetto politico di quanto avvenuto, sviluppare una serena discussione, ed esprimersi sulle motivazioni che possono oggi determinare lo sviluppo del programma elettorale che l’attuale maggioranza si è dato al momento delle elezioni del giugno 2018, evidenziando che oggi più che mai, in fase post covid occorre un governo della città che possa operare con determinazione e fiducia nei confronti del primo cittadino”.

In premessa l’ordine del giorno sottolinea che la città “è tornata tristemente alla ribalta delle cronache, per effetto di due distinte operazioni antimafia: una denominata “Cutrara” che ha determinato arresti e avvisi di garanzia a vario titolo culminata con l’arresto del noto pregiudicato Francesco Domingo, la seconda, che non ha comportato ordini di custodia cautelare, ma che ha coinvolto con un avviso di garanzia anche il nostro sindaco Nicolò Rizzo.

Pur trapelando alcune notizie dall’interrogatorio del sindaco, l’indagine stessa è ancora oggi coperta da segreto istruttorio e l’avviso di garanzia a cui è stato sottoposto il primo cittadino, ha innescato a vario titolo diverse reazioni, da quelle umane, in larga maggioranza di solidarietà al sindaco Rizzo, da sempre impegnato per storia, anche familiare, a fare della rettitudine il proprio modo di vita, a quelle politiche che evidentemente richiedono un riscontro nel massimo consesso cittadino e cioè in consiglio Comunale, unica sede deputata realmente ad affrontare le questioni politiche”.

L’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale considera che “secondo l’ordinamento italiano il cittadino, per essere dichiarato colpevole, deve essere sottoposto a tre gradi di giudizio e allo stato attuale sul primo cittadino pende un avviso di garanzia, riguardante un fatto isolato. Il consiglio  comunale è il luogo deputato ad affrontare le varie questioni sotto l’aspetto politico; che alcuni gruppi e movimenti politici non presenti in consiglio comunale, pur non avendo altro che le notizie veicolate tramite stampa, hanno emanato comunicati prendendo posizione sugli avvenimenti in questione”.

Quindi il perché della discussione in consiglio: “non possiamo venire meno nei confronti della nostra città affrontando anche questo delicato argomento che ha coinvolto il nostro sindaco sotto l’aspetto politico -si legge nell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale- nella consapevolezza che le questioni giudiziarie vanno affrontate presso altre sedi”.