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Partinico, ancora dubbi sulla riconversione dell’ospedale: chiesta convocazione conferenza sindaci

A pochi giorni dalla sua ricomposizione, il comitato della Conferenza dei sindaci del distretto socio-sanitario di zona si interroga sull’attuale fase di riconversione dell’ospedale Civico di Partinico, che sta lentamente tornando alla normalità dopo essere stato per due mesi e mezzo struttura interamente dedicata ai casi di covid-19. La rappresentanza del distretto socio-sanitario 41 di Partinico sollecita alla conferenza provinciale dei sindaci un’immediata convocazione, alla presenza anche dei vertici dell’Asp di Palermo.

Restano alcune perplessità rispetto a possibili criticità che vengono avanzate in questo iter di riconversione del nosocomio; “Chiediamo di discutere – afferma il sindaco di Trappeto e componente del comitato esecutivo della conferenza dei sindaci per la sanità provinciale, Santo Cosentino – di tutte le problematiche inerenti all’attuale situazione complessiva dell’ospedale Civico di Partinico e susseguenti alla riconversione dello stesso da covid hospital alle sue funzioni originarie. Si ritiene indispensabile un incontro con il direttore generale dell’Asp in vista di tutte le decisioni sanitarie, logistiche e amministrative che ne conseguono e solo risolvendo le quali il presidio ospedaliero potrà tornare a garantire la sua funzione, in considerazione del cospicuo aumento della popolazione nel periodo estivo”.

Sino ai giorni scorsi è scoppiato l’ennesimo putiferio attorno all’ospedale e alle scelte legate alla sua riconversione, a cominciare dalla cosiddetta “area grigia” all’interno del pronto soccorso, per arrivare ai dubbi esternati sulle condizioni del primo e del secondo piano completamente ristrutturati e dei locali che erano stati destinati al covid al quarto piano.

Il segretario provinciale della Fials, Enzo Munafò, aveva attaccato i vertici Asp riguarda al mancato ascolto anche dei sindaci del territorio: “Persino i sindaci dei Comuni interessati – aveva attaccato Munafò – vengono lasciati sull’uscio senza essere ascoltati per rappresentare i bisogni della loro gente essendone massima autorità sanitaria”.