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Partinico, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose/1: la casa di riposo e l’appalto sospetto

Sono diversi i motivi che hanno spinto ieri il Consiglio dei ministri a decretare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Partinico. Uno dei capitoli più pesanti è quello riguardante la querelle infinita attorno alla casa di riposo “Canonico Cataldo”, motivo principale che portò alle dimissioni del sindaco Maurizio De Luca (rimasto in carica appena 11 mesi, ndr) che si vide bocciare dal consiglio comunale per ben due volte la proposta di esternalizzazione della gestione con l’obiettivo alleviare le casse comunali dal peso di un costo di ben mezzo milione di euro l’anno a fronte di un dissesto finanziario già dichiarato.

“Il prefetto – scrive la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese – stigmatizza l’ostruzionismo del consiglio che ha impedito un risparmio e il protrarsi di irregolarità”. E una di queste sarebbe particolarmente pesante: “Ad essere rilevate gravi illegittimità – si legge – per l’assegnazione della fornitura delle derrate alimentari per gli anni 2017 e 2018 destinata sempre alla stessa ditta il cui titolare ha vincoli di parentela con elementi di spicco della mafia corleonese”.

Un “regime di sostanziale monopolio” che venne interrotto dal segretario generale del Comune, Lucio Guarino, che impose una procedura che contemplasse un’indagine di mercato e non un affidamento diretto. L’ex sindaco sarebbe stato addirittura osteggiato dalla sua stessa maggioranza nel portare avanti provvedimenti per il “ripristino della legalità e il risanamento finanziario dell’ente”.