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Partinico, l’ex casa di riposo diventa scuola per un anno: locali gratis all’istituto ‘Dolci’

Tramonta, almeno per il momento, l’ipotesi che la casa di riposo “Canonico Cataldo” di Partinico possa riaprire. Il piano terra dell’immobile di viale Aldo Moro è stato infatti assegnato per un anno all’istituto superiore ad indirizzo alberghiero e agrario “Danilo Dolci”. La commissione prefettizia che regge le sorti del Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose ha formalizzato con una delibera la consegna alla scuola in comodato d’uso gratuito.

In questo modo si risolve la “crisi” di spazi dell’istituto, che rischiava seriamente di dover attuare i doppi turni per la mancanza di aule idonee a poter rispettare i necessari distanziamenti per il contrasto alla diffusione del coronavirus. In tal senso è stato stipulata la convenzione con la Città metropolitana, che ha competenza in tema di istituti superiori. E’ stato stabilito di concedere il solo piano terra dell’immobile, che si sviluppa su tre piani, sino al giugno del 2021 in comodato d’uso gratuito.

Lo schema di concessione è composto da 6 articoli e sostanzialmente regola i rapporti tra le parti. Alla Città metropolitana spetteranno i costi relativi alla registrazione dei contratto e quelli eventualmente per effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria per rendere efficiente la struttura all’uso scolastico. La scelta di questo immobile non è casuale: infatti all’interno vi è la cucina, utilizzata per preparare i pasti quando era attiva la casa di riposo.

Quindi tornerà essenziale il suo utilizzo agli studenti iscritti all’indirizzo alberghiero, che potranno così effettuare anche le prove pratiche di laboratorio. Infatti il locale è dotato di un’ampia cucina professionale e di una grande sala che consentirà anche l’allocazione di almeno 5 classi.

“Apprendo la decisione dei commissari con grande soddisfazione – afferma il dirigente scolastico dell’istituto ‘Dolci’, Gioacchino Chimenti – perché questo è il frutto di un lavoro di collaborazione e di un dialogo serio tra le istituzioni. Una mia proposta, che all’inizio dei colloqui sembrava impraticabile, con il passare delle ore è parsa a tutti, Comune e Città metropolitana, come la più logica in un momento di emergenza come questo. Non posso fare altro che ringraziare i commissari prefettizi e i tecnici della città metropolitana per la solerzia con la quale hanno lavorato per raggiungere in tempi brevissimi questo grande risultato. Ora non ci resta che rimboccarci le maniche ed essere pronti ad aprire nel più breve tempo possibile”.

La casa di riposo è stata chiusa nel maggio scorso dopo un lunghissimo tira e molla tra le amministrazioni che si asono succedute e il consiglio comunale, che ha osteggiato l’ipotesi della gestione a privati della struttura. Alla fine il commissario dell’epoca, Rosario Arena, decise per la chiusura anche perché il bando per la concessione a privati andò deserto e il Comune non era in grado di sostenere i costi di gestione pari a circa mezzo milione di euro l’anno a fronte di un dissesto finanziario dichiarato già dal 2018.

Questa “contesa” tra amministrazioni e consiglio è finita anche al centro della relazione dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, con la prefettura a contestare l’atteggiamento ostruzionistico dell’assise, accusata in pratica di aver agito in questo modo solo per ragioni politiche non pensando a salvaguardare le finanze dell’ente.