CRONACA

Partinico sequestri alla famiglia Bonomo, operazione della DIA, IL VIDEO

La Direzione investigativa antimafia ha sequestrato beni per diversi milioni di euro ai fratelli Antonio e Giuseppe Bonomo, figli del boss Giovanni Bonomo, arrestato nel 2003 perche’ ritenuto capo del mandamento mafioso di Partinico, ma morto a 75 anni, nel 2010, prima che la condanna divenisse definitiva. L’obiettivo della Dia, con il sequestro preventivo, è quello di stabilire, entro i 5 anni dall’avvenuto decesso del padre, se le proprietà oggi in possesso dei due fratelli e delle rispettive consorti siano di provenienza lecita o meno. Tra i beni finiti inseriti nel provvedimento diverse unità immobiliari, attività commerciali e cantine vinicole presenti nel territorio di Partinico, automobili, motociclette, conti bancari, libretti di risparmio, titoli ed altro. Due dei negozi di Corso dei Mille sequestrati, sono stati chiusi, il golden point e il vanity home. Gli stessi, ieri sera, sono stati svuotati, rispettivamente degli articoli di intimo e dell’oggettistica per la casa e caricati su un furgone rimasto sorvegliato, per tutta la notte, da una pattuglia di polizia privata. Secondo la Dia i beni sequestrati sono riconducibili al boss Giovanni Bonomo che, nel 95 si era reso irreperibile ed era ricercato in campo internazionale dal ’99. Uomo d’onore fedelissimo dei corleonesi, il boss di Partitico avrebbe offerto aiuto e protezione a boss del calibro di Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella. Esponente di primo piano di Cosa Nostra, dunque, tanto che secondo gli investigatori in uno stabilimento vinicolo di sua proprietà si sarebbero svolti anche alcuni summit della Cupola mafiosa. Giovanni Bonomo venne poi individuato in Senegal nel 2003 ed espulso in Italia. Negli anni della latitanza, avrebbe continuato a gestire dall’estero i suoi affari, rafforzando anzi i contatti in Sud Africa e in Namibia con un altro boss mafioso, Vito Roberto Palazzolo e riciclando ingenti somme di denaro per conto di Cosa Nostra. Quando morì nel 2010 nei suoi confronti pendevano due ordinanze di custodia cautelare per le accuse di omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso, turbativa d’asta e una terza (un ordine di carcerazione) per una condanna per reati di mafia a undici anni di reclusione. I figli, Giuseppe e Antonino, destinatari del provvedimento di sequestro, sono stati invece riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Sfruttando una serie di coperture, i Bonomo avevano costituito una serie di cantine, in tutto sedici, alcune delle quali solo sulla carta.
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