In tutta la Sicilia sono oltre 600 mila le lettere inviate ai contribuenti per chiedere il pagamento, con mora, di tributi arretrati.
Seicentomila intimazioni di pagamento, di cui oltre ventimila solo a Palermo, in arrivo a casa di circa 200mila siciliani e inviate da Riscossione Sicilia spa. Non è stato un buon inizio di autunno per i contribuenti dell’Isola che, nelle ultime tre settimane, si sono visti recapitare a casa una busta con una intimazione di pagamento. Si tratta, in poche parole, di chi negli anni non ha pagato un tributo che rischia di andare in prescrizione e così, per evitare di perdere il dovuto, la società ha cominciato a scrivere dando, come previsto per legge, cinque giorni di tempo per mettersi in regola pagando tutto o concordando la rateizzazione.
“L’intimazione serve come promemoria al contribuente, è un’occasione per regolarizzare la propria posizione ma anche un modo per interrompere i termini di prescrizione”, spiega a Livesicilia il direttore generale di Riscossione Sicilia Ermanno Sorce. Poi, dopo i cinque giorni (anche se il termine non è perentorio) scatta la procedura esecutiva che può arrivare, in alcuni casi, anche a pignoramenti o fermi amministrativi. Ma perché si è arrivati a cumulare 600mila intimazioni? “Siamo stati fermi fino a giugno per il condono sui ruoli – dice Sorce – a cui hanno aderito circa 22mila contribuenti. Certo, questo è un momento particolare dal punto di vista economico”.
A questo punto ai contribuenti non resta che rivolgersi agli sportelli, evitando la ressa dell’ultimo momento, oppure pagando in banca o in posta. “Mi chiedono di pagare una tassa sui rifiuti di alcuni anni fa, non trovo la ricevuta – si lamenta un’anziana in fila in via Albanese – dovrò andare al Comune per dimostrare di aver già pagato”.
da LiveSicilia