POLITICA

Partinico, lettera aperta di Maria Provenzano (PD) ai cittadini

Lettera aperta alla città
Maria Provenzano Componente Direzione Provinciale PD Palermo

Nel porgere ai concittadini di Partinico i migliori auguri di Buon natale ed anche di un buon 2015 all’insegna dell’impegno proficuo e produttivo per l’intera comunità, sento di dover ribadire quanto, in questo anno vissuto tra mille impedimenti e mille contrarietà da segretario del PD, ho sempre affermato e cioè la necessità in primis, che la politica si assuma la responsabilità di sottolineare la gravissima crisi sociale, politica ed economica in cui il nostro Comune versa, per tentare in ogni modo di contribuire alla possibile ripresa.
Troppe volte in questi mesi mi son rivolta in questi termini alla città, e penso che nessun dirigente ha il potere di legittimare comportamenti e gesti che stravolgendo le regole statutarie che ci siamo dati come PD o possa tentare di zittire queste posizioni, per questo dopo avere preso atto di tutta una serie di condotte inaccettabili, con prove alle mani mi sono di già rivolta alle commissioni di garanzia del Partito, ed ho scritto come promesso allo stesso Matteo Renzi.
Credo che il rapporto fra la politica i partiti e le regole statutarie siano estremamente importanti anche per i cittadini che, sempre più spesso e per tante ragioni, restano sordi al richiamo delle urne. E d’altronde, la fisionomia di questo nostro PD dovrebbe farsi decifrare agli occhi della gente, non soltanto per i programmi economici e sociali, ma anche per la concezione ed il rispetto delle regole, del diritto, e delle istituzioni.
In questi mesi ho resistito a tanti miseri attacchi, ma non ho voluto cedere alla logica di un potere arrogante e prepotente a cui in tanti si sono resi invece subalterni.
Aggiungo, sento la città vicina alla mia battaglia, perché questa farsa del nuovo segretario, eletto con l’imbroglio, come tutti sanno serve soltanto al sindaco ed al suo gruppo, per andare avanti con maggiore apparente tranquillità.
Conferma di questo mio convincimento sta nel lunghissimo documento politico della Prof. Franca Sicula in cui non vi è traccia, non una sola parola sul disastro amministrativo e politico che vive la città. Mi chiedo allora, a che serve fare politica, impegnarsi, per di più chiedere ai giovani di farlo se non si riesce neppure ad aprire gli occhi rispetto al disastro che ci circonda?
Ma che si volessero zittire tutti i dissenzienti è ancora più chiaro in queste ore in cui apprendo di provvedimenti di espulsione e che quindi nessuno spirito unitario guiderà l’azione della nuova segretaria.
In tal senso, sin dalle prossime settimane con il sostegno della maggioranza dei democratici che non si sono presentati all’autoconvocazione di Domenica 30 Novembre, intendo attivarmi per un incontro pubblico tra le forze politiche, l’associazionismo e la società civile più libera dei partiti che intendono rafforzare e coordinare l’azione di opposizione all’attuale Governo della Città.
Ritengo assolutamente necessario confrontarci per elaborare insieme una riflessione ed un programma di lavoro al fine di rilanciare l’azione di opposizione a livello comunale.
Ai giovani va detto chiaramente, infatti, che non è possibile colludere con chi –avendo il ruolo di guidare la nostra comunità verso le migliori scelte strategiche– non solo non mostra nessuna progettualità e prospettiva ma è anche assolutamente incapace di gestire l’ordinario.
Enrico Berlinguer, oggi più che mai attuale, tracciando le linee di quella che avrebbe definito come la “ questione morale” diceva: «I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero».
Penso che i partinicesi, iscritti e non al PD, debbano ancora oggi fare tesoro, di quelle parole così dure e critiche, per rafforzare soprattutto nei giovani, quell’anelito al cambiamento civile e democratico che sempre serve per migliorare gli uomini e la comunità.