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Cimitero di Alcamo saturo, 170 salme ancora senza sepoltura definitiva e gli uffici sonnecchiano

In 170 ancora aspettano sepoltura. Corpi stipati nelle colombaie del cimitero del Santissimo crocifisso oppure in cappelle di famiglie per gentile concessione e tutti in attesa di trovare un’altra allocazione, quella che dovrebbe essere definitiva. E quella definitiva e ambita da tutti gli alcamesi è la sepoltura a terra, come da tradizione. Ma per il momento queste sepolture non è più possibile farle per il semplice motivo che sono saturi gli spazi.

Problema che si trascina da tempo in città e che ha oramai ampiamente superato i livelli di guardia. Si è tenuto da poco un confronto tra l’amministrazione comunale e le agenzie funebri che hanno rappresentato i disagi di una città, e l’amarezza di chi non solo ha perso il proprio caro ma deve fare anche i conti con una situazione spinosa che non permette, almeno nella testa di chi ha perso il proprio congiunto, di dare una degna sepoltura e l’eterno riposo.

Il problema reale è che la soluzione non sembra nemmeno dietro l’angolo. Assodato che non sono consentite le estumulazioni per ragioni igienico-sanitarie fino a settembre, a causa delle alte temperature, al momento non sarà neanche possibile potere mettere in campo operazioni di recupero posti andando a requisire i loculi abbandonati. Nel frattempo giornalmente si assiste a scene che lasciano sbigottiti: “Anziani che non possono vedere i propri cari che magari si trovano in sesta o settima fila sui colombai, quindi a diversi metri da terra” raccontano i titolari delle agenzie funebri.

Nel contempo si registra anche una inspiegabile situazione di stallo dagli uffici tanto da spingere proprio in questi giorni l’assessore ai Servizi cimiteriali, Roberto Russo, a battere i pugni sul tavolo: “Per la seconda volta in sei mesi mi sono ritrovato costretto a sollecitare gli uffici a farmi pervenire il progetto di variante al piano cimiteriale – evidenzia l’amministratore -. Mi è stato assicurato che è pronto e che a breve mi verrà consegnato”.

Questo piano di variante dovrebbe prevedere la possibilità di realizzare delle fosse gentilizie nelle aree che invece ad oggi sono destinate all’edificazione di chiesette e cappelle: “Non conosco i dettagli di questa variante – aggiunge Russo – ma diciamo che si pensa che se l’operazione può essere portata a termine dovremmo riuscire a garantire al cimitero un’autonomia di 3-5 anni di sepolture in fosse gentilizie”.

Sicuramente per il Comune questa variante non potrà essere per nulla conveniente sul piano economico se si pensa l’enorme divario di incasso tra chi realizza una cappella o chi invece chiede un semplice posto a terra: “Non possiamo pensare i casi come questi ad introiti – conclude l’assessore –, si deve dare priorità assoluta alle esigenze della città”.