CRONACA

Processo a Maniaci e ai boss di Borgetto, no alle telecamere per riprendere: scoppia il putiferio

Niente telecamere per seguire il processo Kelevra che vede imputati Pino Maniaci (nella foto), factotum dell’emittente televisiva Telejato di Partinico, e diversi boss, presunti o già con un curriculum criminale alle spalle, di Borgetto. La prima udienza, dopo il rinvio a giudizio di tutti gli imputati (ad eccezione di un imprenditore che era accusato di favoreggiamento, ndr), è fissata per il prossimo 19 luglio.

Secondo quanto sostiene l’Unci, l’unione nazionale cronisti italiani, la seconda sezione penale del tribunale di Palermo avrebbe respinto la richiesta avanzata da Radio Radicale di registrare il processo: “Dispiace prendere atto di questa censura – sostiene Andrea Tuttoilmondo, presidente regionale dell’Unci -.  Auspico che si possa valutare diversamente l’istanza presentata dai colleghi di Radio Radicale. Per la rilevanza sociale di chi è coinvolto, consentire la registrazione di questo processo significa contribuire a realizzare pienamente quella missione di pubblico servizio che guida lo spirito di chiunque faccia informazione seria e con coscienza”.

Rabbiosa è stata anche la reazione dell’emittente televisiva Telejato, il cui titolare è accusato di estorsione nei confronti di ex sindaci e assessori di Borgetto e Partinico e di diffamazione. Nel tg di oggi il redattore Salvo Vitale ha commentato così la notizia: “Che cosa si vuole nascondere? Di che cosa ha paura il tribunale di Palermo? Forse che tutta la polpetta preparata per incastrare Pino Maniaci si sbricioli e che tutti possano rendersi conto che si è voluto deliberatamente mandare alla gogna una persona scomoda per le sue inchieste sui beni sequestrati in cui erano coinvolti pezzi del tribunale stesso di Palermo che adesso deve giudicare Maniaci?”.

Pare che il tribunale abbia motivato la decisione sostenendo che non vi sarebbe “rilevanza sociale”: “Negare l’importanza e la rilevanza sociale e pubblica della documentazione di un processo del genere è a nostro avviso veramente arduo – aggiunge l’Ordine dei giornalisti di Sicilia -. Sta al tribunale, semmai, contemperare l’innegabile interesse pubblico per questa parte del giudizio con le esigenze delle altre parti e degli altri imputati che sono estranei alle contestazioni mosse a Maniaci”.